Roma , sabato, 14. ottobre, 2023 10:00 (ACI Stampa).
La situazione che sta coinvolgendo, in queste ore, il Medio Oriente sta mobilitando non solo le diplomazie ma anche il mondo ecclesiale. Da più parti si sente il bisogno di una preghiera intensa per la pace in Terra Santa e in tutti i luoghi di guerra. Nelle diocesi e parrocchie italiane è già mobilitazione in vista anche della Giornata di digiuno, preghiera e astinenza del 17 ottobre in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.
“In un momento di grande dolore e forte preoccupazione” la presidenza dei vescovi italiani ha rivolto l’invito alle comunità diocesane perché aderiscano all’iniziativa ed ha chiesto che in tutte le celebrazioni di domani venga adottata questa intenzione di preghiera: “Padre misericordioso e forte: ‘tu non sei un Dio di disordine, ma di pace’. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra, perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace. Preghiamo”. Varie le iniziative nelle diocesi a partire da Bologna guidata dal card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, che ha subito accolto l’invito del card. Pizzaballa e di tutti i vescovi della Terra Santa.
I vicari generali della diocesi bolognese, mons. Stefano Ottani e Mons. Giovanni Silvagni, secondo l’intenzione del card. Zuppi, impegnato come Padre sinodale a Roma al Sinodo dei Vescovi, hanno convocato i fedeli in Cattedrale dove, il 17 ottobre, alle ore 17.30 sarà celebrata la Messa, che sarà seguita dall’Adorazione Eucaristica e, alle ore 21.00, la recita del Rosario. “La drammatica situazione di Israele e della Striscia di Gaza – affermano i Vicari Generali – ulteriore pezzo di guerra e violenze, ci spinge a raccogliere l’invito del Patriarca latino di Gerusalemme e di tutti i Vescovi della Terra Santa. Chiediamo a tutte le parrocchie e alle comunità religiose di promuovere iniziative locali, invitiamo alla preghiera che si terrà nella Cattedrale di San Pietro e suggeriamo di astenersi dalla cena devolvendo il corrispondente alla Caritas per aiuti alle popolazioni colpite”.
A Como, mercoledì 18 ottobre, in cattedrale, la recita del Rosario per chiedere il dono della pace in Medio Oriente e nel mondo intero. “Affidiamo a Maria – ha detto il Vescovo, card. Oscar Cantoni – la preoccupante crisi in Medio Oriente, che tanto dolore e tanti lutti sta suscitando in questi giorni. Senza dimenticare la martoriata Ucraina, come anche gli altri popoli in guerra. La maternità di Maria raggiunga quelle situazioni umane che sembrano insolvibili umanamente, perché si possa finalmente raggiungere soluzioni eque per una pace giusta. La guerra è sempre una sconfitta dell’umanità”.
Il Rosario sarà preceduto da una video-testimonianza del card. Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. In diocesi di Vicenza la preghiera lo scorso 11 ottobre così come a Treviso nel santuario delle Cendrole di Riese Pio X, affidata all’intercessione di san Pio X. Una preghiera nel giorno della memoria di san Giovanni XXIII che ha redatto l’enciclica Pacem in Terris. Anche le diocesi di Matera-Irsinia e Tricarico, guidate dall’arcivescovo Giuseppe Caiazzo si uniranno in preghiera. Il vescovo ha indirizzato una lettera alle comunità delle due diocesi proponendo la lettura di un passo del Vecchio Testamento, tratto dal Libro di Neemia, insieme a delle riflessioni tratte da una omelia del card. Carlo Maria Martini. “Un conflitto di per sé mai spento – scrive il presule parlando del conflitto tra Israele e Palestina - da oltre cinquanta anni. Ora, per noi, si aggiunge ai tanti altri sparsi sull’intera terra, mentre israeliani e palestinesi contano e piangono le vittime innocenti”. “Di fronte a tanto terrore e sangue innocente – ha detto ancora - siamo chiamati a riaccendere la speranza, fiduciosi che la pace sia possibile. Anzi la pace ci interpella tutti e ci impegna. Siamo tutti figli dello stesso Dio e fratelli che abbiamo bisogno d’incontrarci. Solo così torneremo ad essere immagine e somiglianza di Dio”.