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Il Vice Custode di Terra Santa: "Il mondo fermi la violenza in Medio Oriente"

P. Ibrahim Faltas: “durante gli anni che ho trascorso qui, non ho mai visto nulla di simile"

P. Ibrahim Faltas - Custodia di Terra Santa |  | P. Ibrahim Faltas - Custodia di Terra Santa P. Ibrahim Faltas - Custodia di Terra Santa | | P. Ibrahim Faltas - Custodia di Terra Santa

Mentre la guerra tra Israele e Hamas si inasprisce sulla scia degli attacchi terroristici di questa settimana, il Vice Custode di Terra Santa ha parlato della situazione sul campo e ha incoraggiato i cristiani a pregare per la pace in Medio Oriente.

Padre Ibrahim Faltas, frate francescano con sede a Gerusalemme, è il vice-custode di Terra Santa, il primo arabo a ricoprire questo incarico. Le responsabilità del 59enne includono le scuole della Custodia di Terra Santa e la gestione della Casa Nova a Gerusalemme.

"La situazione attuale può essere descritta come orribile! Vivo qui da molti anni, ma non ho mai visto nulla di simile", ha dichiarato il francescano ad ACI MENA, l'agenzia partner in lingua araba di ACI Stampa e CNA.

"Ho vissuto durante le guerre, ma la situazione non era così grave come ora. Quello che sta accadendo ora è anormale per tutti noi".

A causa delle violenze in corso, il sacerdote ha detto ad ACI MENA: "Non sappiamo quando la guerra finirà, e non sappiamo cosa comporterà questa guerra alla fine. La situazione è estenuante per tutti qui".

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Dopo che l'attacco senza precedenti di Hamas su più fronti contro Israele ha ucciso 1.200 persone, il governo israeliano ha annunciato ritorsioni e ha lanciato attacchi aerei sulla Striscia di Gaza.

La Caritas di Gerusalemme, che si occupa dei bisogni delle persone in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme, ha sospeso le attività.

Il gruppo militante islamico, che ha preso in ostaggio circa 130 israeliani, ha minacciato di uccidere un ostaggio ogni volta che l'esercito israeliano bombarderà obiettivi civili a Gaza senza preavviso.

Il francescano ha sottolineato che il ruolo più importante che la Chiesa può svolgere in questo momento è quello di "pregare perché la pace sia raggiunta il prima possibile", riconoscendo la paura palpabile tra i cittadini, compresi i cristiani, da entrambe le parti del conflitto.

Parlando della situazione dei cristiani, padre Faltas ha spiegato: "I cristiani stanno affrontando difficoltà e sfide in tutti i luoghi, da entrambe le parti, poiché tutte le istituzioni ecclesiastiche e i monasteri sono attualmente chiusi e i dipendenti non possono raggiungere i loro posti di lavoro a causa del coprifuoco. Abbiamo molte istituzioni affiliate a noi, ma tutte le nostre attività sono attualmente ferme. I cristiani hanno paura di lasciare le case e i rifugi, e quindi tutto il nostro lavoro si è fermato al momento".

"Nella Striscia di Gaza ci sono circa 800 cristiani. Il loro numero era superiore a 5.000 solo cinque anni fa, ma molti di loro sono stati costretti a emigrare e a lasciare la regione a causa delle difficili condizioni di vita".

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Padre Faltas ha sottolineato i ripetuti appelli della Chiesa al dialogo, affermando: "Il Papa e la Chiesa hanno ripetutamente chiesto di tornare al tavolo del dialogo tra le parti in conflitto, ma purtroppo non sono stati ascoltati".