Nello stesso tavolo del briefing c’era Luca Casarini, italiano, con un passato da militante no global e ora impegnato con Mediterranea Saving Humans, che non ha diritto di voto al Sinodo ma che ha voluto portare la sua personale testimonianza di impegno nel salvare i migranti nel Mediterraneo.
E il 12 ottobre è stato dedicato alle guerre. Al centro del tavolo, c’era Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari. Palestinese, cristiana, fu tra gli organizzatori della preghiera per la pace in Terrasanta nei Giardini Vaticani del 2014 che mise insieme il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Mahmoud Abbas.
Al suo fianco suor Caroline Jarjis, che ha spiegato la situazione dei cristiani in Iraq, e l’arcivescovo Andrew Nkea Fuanya di Bamenda, Camerun, che ha sottolineato come il Sinodo abbia fatto sentire la Chiesa in Africa al centro.
I temi
Si è parlato, e molto, di pace. Si è parlato di poveri. Si è parlato di migrazioni. La presenza del Cardinale Marc Aveline nella commissione per la relazione di sintesi indica che ci potrebbe essere spazio anche per il Mediterraneo. La decisione del Papa di includere il Cardinale Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaan Bator, come membro della stessa commissione segnala che si vuole dare una particolare attenzione alle Chiese in periferia. Di fatto, ci sono, nella commissione, tutti quelli che hanno ricevuto recentemente il Papa, includendo il Cardinale Lacroix.
Un altro segno del tono che si vuole dare al sinodo è venuto dal discorso del Cardinale Hollerich, relatore generale, al termine della prima sessione di lavori. “Tutti – ha detto il cardinale – sono invitati a far parte della Chiesa. Se ci comportiamo come Gesù, testimonieremo l’amore di Dio per il mondo. Se non ci riusciamo, assomiglieremo a un club identitario. Dobbiamo partire da esperienze concrete, le nostre personali e soprattutto l’esperienza collettiva del popolo di Dio, che ha parlato attraverso la fase di ascolto”.
Il popolo ha parlato?
C’è, alla fine, un grande sforzo da parte del Sinodo per testimoniare l’idea che tutti sono davvero stati ascoltati. Tra i materiali forniti, infatti, che anche il libro “The People Have Spoken”, edito da Myriam Wijlens e Vimal Tirimanna, che punta a dare una cornice al lavoro delle assemblee continentali. Wijlens, da tempo consulente vaticana ed esperta negli abusi, partecipa al Sinodo come consultore della Segreteria generale del Sinodo.
Allo stesso tempo, però, il Sinodo si è visto recapitare un documento del Cammino Sinodale della Chiesa di Germania, tradotto in varie lingue, che presenta le conclusioni fatte fino ad ora dal controverso cammino sinodale tedesco nella sua prima fase di lavori.
È un testo di 159 pagine, in cui si parla anche di una possibile “rivalutazione magisteriale dell’omosessualità”, di un “rafforzamento e apertura” riguardo il celibato dei sacerdoti e persino di “cerimonie di benedizione per le coppie che si amano”, formulazione che aggira il divieto della Congregazione della Dottrina della Fede di benedire persone in matrimonio omosessuale.
Si parla anche di come “gestire la diversità di genere”, di “donne nei ministeri sacramentali”, nonché del coinvolgimento dei fedeli nella nomina del vescovo diocesano.
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In alcuni casi, tutto si può ridurre a proposta pastorale. Ma in diversi casi le proposte cambiano – o rischiano di cambiare - l’insegnamento stesso della Chiesa.
Si legge nell’introduzione del testo tedesco che “conformemente allo Statuto, le delibere vertenti su temi riservati alla regolamentazione della Chiesa universale saranno trasmesse a Papa Francesco come voto del Cammino sinodale”.
Si legge poi che “almeno altrettanto importante è però anche tutto ciò che noi possiamo attuare da soli in Germania: nelle parrocchie, diocesi, associazioni, negli ordini religiosi, in seno alla Conferenza Episcopale e al Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi. Tutti i responsabili sono dunque chiamati ad analizzare le delibere, adeguarle alla situazione contingente e riempirle di vita, insieme e nello spirito di un’intesa sinodale”.
In pratica, la Germania sta dicendo che andrà avanti con le riforme a livello locale, e poi si vedrà se il Papa potrà avallare eventuali cambi dottrinali. Sarà da vedere come questo verrà recepito da Roma, e se troveranno alleati durante questo sinodo.
Fatto sta che, durante questa sessione di lavori concentrata sul modulo B1 del Sinodo (“Una comunione che irradia”) era interessante notare che allo stesso tavolo c’erano l’arcivescovo Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, il Cardinale Blaise Cupich, arcivescovo di Chicago, e il vescovo Robert Barron. Discutevano del sotto-tema B1.2 – “Come una Chiesa sinodale può rendere credibile la promessa che «amore e verità s’incontreranno» (Sal 85,11)” In quello stesso tavolo, anche il l'arcivescovo Timothy Costelloe, tra i membri della Commissione preparatoria del Sinodo.
I tavoli non sono tuttavia fissi. Per il prossimo modulo, ci sarà un rimescolamento dei posti, e così avverrà ancora nel modulo che terminerà i lavori. In questo modo, tutti avranno parlato con tutti. La controindicazione è che tutti avranno parlato con tutti di un solo tema specifico, mentre difficilmente avranno una idea globale del pensiero dei padri sinodali.