Città del Vaticano , lunedì, 11. gennaio, 2016 10:00 (ACI Stampa).
L’ “oceano della misericordia” di cui Papa Francesco vuole sia inondato il mondo ha colpito anche nazioni dove essere cristiani è oggi difficile, perché lì i cristiani devono vivere nascosti, perseguitati, vittime. Così, l’apertura delle porte sante in Cina, Siria, Iraq e Vietnam dimostra che la Chiesa dà ancora una speranza, anche lì dove c’è chi vorrebbe non esistesse.
Cina
Con il nuovo governo di Xi Jinpig, entrato in carica quasi contestualmente all’elezione di Papa Francesco a Papa, la Cina sembra aver cominciato una stagione di disgelo nei confronti della Santa Sede, anche se i segnali che vengono da lì sono sempre fluttuanti. L’Associazione Patriottica ancora pretende di nominare i vescovi al posto del Papa, mentre i vescovi vivono quasi sempre sommersi. Si sbaglia a definire che ci sono due Chiese, perché la Chiesa è una sola, ma è scontato che i cattolici in obbedienza al Papa non hanno vissuto giorni felici. Eppure, le cerimonie di delle Porte Sante in molte regioni della Cina hanno visto la partecipazione di un gran numero di fedeli, e nessuno di questi è stato arrestato. Un buon segno. La Porta Santa di Pechino era nella Cattedrale dell’Immacolata. È stata aperta il 12 dicembre, da Mons. Giuseppe Lishan. Il 6 dicembre, si è aperta l’Anno Santo nella diocesi di Xian, dove la bolla di indizione dell’Anno Santo è stata stampata dal settimanale diocesano e viene distribuito ovunque, in attesa di aprire la Porta Santa della cattedrale di San Francesco, ora in restauro. L’8 dicembre si è invece aperta la Porta Santa di Nanchang, con una celebrazione officiata da Mons. Giovanni Li Sunguang.
Siria
La Siria è al centro di un conflitto che dura ormai da cinque anni, e in particolare Aleppo, una delle città più antiche e storicamente importanti al mondo, è teatro di combattimenti tra esercito regolare, ribelli, miliziani del sedicente Stato Islamico. La Porta Santa nella città si è aperta il 13 dicembre, ed è una porta “carica di significato” quella della città martire siriana perché, come ha spiegato il vicario apostolico di Aleppo Georges Abou Khazen, “è situata nella parrocchia di san Francesco, nel quartiere di Aziziyeh. La chiesa è stata di recente colpita da una granata, sparata dai ribelli, che è esplosa prima di sfondare il tetto ferendo in maniera non grave solo 7 fedeli. In quel momento all’interno vi erano oltre 400 persone”. Prima delle ostilità iniziate nel 2012, c’erano 30 chiese attive ad Aleppo. Si stima che oggi metà di queste siano inagibili. Mentre la chiesa di San Francesco è l’unica chiesa agibile della zona. La Porta Santa è una porta che in quella chiesa viene aperta solo a Pasqua. Oltre ad Aleppo, Porte sante sono state aperte anche a Damasco e a Latakia.