A mezzogiorno è stata pubblicata la Esortazione apostolica Laudate Deum che aggiorna, come ha spiegato il Papa, la Laudato sii. E in effetti c'è un aggiornamento di cifre che il Papa riporta come in un dossier. "Sono costretto a fare queste precisazioni, - scrive Francesco- che possono sembrare ovvie, a causa di certe opinioni sprezzanti e irragionevoli che trovo anche all’interno della Chiesa cattolica".
E aggiunge: "Dio ci ha uniti a tutte le sue creature. Eppure, il paradigma tecnocratico può isolarci da ciò che ci circonda e ci inganna facendoci dimenticare che il mondo intero è una “zona di contatto"".
Servono cambiamenti delle persone, si direbbe serve conversione. Ma anche cambiamento di abitudini, perché, scrive il Papa, "il semplice fatto di cambiare le abitudini personali, familiari e comunitarie alimenta la preoccupazione per le responsabilità non assolte da parte dei settori politici e l’indignazione per il disinteresse dei potenti. Va notato quindi che, anche se ciò non produce immediatamente un effetto molto rilevante da un punto di vista quantitativo, contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano dal profondo della società".
E conclude: "«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso". Nel saluto di apertura il presidente delegato Ibrahim Isaac Sedrak, Patriarca di Alessandria dei Copti, Capo del Sinodo della Chiesa Copta Cattolica ha riconosciuto la difficoltà di camminare su strade mai percorse nel Sinodo.
Nel suo discorso a braccio il Papa ripete i suoi temi preferiti, ma soprattutto ricorda che al centro del Sinodo c'è l'azione dello Spirito Santo. E chiede anche giornalisti un "digiuno della parola pubblica" perchè possano parlare sol il cammino dello Spirito. Insomma prima ascoltare e poi comunicare, chiede il Papa e parla del Sinodo come di una "pausa" della Chiesa in ascolto.
Il cardinale Mario Grech segretario generale del Sinodo nella sua relazione parla di un bivio davanti alla quale si trova la Chiesa. E deve dimostrare ed essere segno dell' amore di Dio.
Torna più volte la parola "comunione" al fianco della parola sinodalità in tutti i discorsi. Si guarda indietro, alle riflessioni di Paolo VI, sembra un camminare avanti guardando molto indietro. Si parla di Popolo di Dio e Grech cita testi degli anni '70. E poi? Il Sinodo si è sviluppato negli anni. Ma non se ne parla.
Il Cardinale Jean-Claude Hollerich, S.I., Arcivescovo di Luxembourg, relatore generale parlando in inglese ha parlato della disposizione dell'aula. Una scelta che rispecchia l'esperienza del cammino sinodale.
Il Processo Sinodale iniziato nel 2021 è la traccia dei lavori, e i vescovo faranno un po' di fatica all'inizio. Non ci sono protagonisti al Sinodo se non lo Spirito Santo dice Hollerich che rende presente Gesù Cristo.
Un campito arduo, dice, e ripete il concetto che il Sinodo non è un parlamento. Non c'è chi vince e chi perde. L'auspicio per Hollerich, è che si possa elaborare anche un percorso di lavoro per il prossimo anno soprattuto con i punti su cui c'è consenso ma anche su cosa ancora riflettere.
La giornata è stata piena, e con tante novità che hanno un po' stordito i partecipanti ma anche i giornalisti. Le prossime settimane forse ci faranno capire se queste novità produrranno anche una vera conversione.
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