Roma , mercoledì, 4. ottobre, 2023 9:00 (ACI Stampa).
San Francesco d’Assisi è un nome impresso nella memoria storica della Chiesa, scalfito nel cuore di ogni fedele. Dietro a questo nome, una storia che perdura oggi e che continua a portare frutto - nel nostro presente - a tutta la Chiesa universale. E le non poche reliquie del santo possono essere un modo per vivere a ritroso questa ricca e preziosa storia. Ogni fedele, in fondo, oltre a venerarle, è come se fosse invitato a compiere una sorta di “tuffo nel passato” così da sentirsi ancora più vicino a San Francesco e al suo tempo. Anche a ciò servono le sue reliquie.
Intraprendiamo allora questo viaggio alla scoperta delle reliquie del Poverello cominciando proprio dalla sua città natale, Assisi. Prima di tutto, è qui che è custodito il suo corpo. Si trova nella cripta della Basilica Inferiore, luogo in cui è possibile visitare anche l'Antica Sala Capitolare, un locale dall'architettura romanica, in cui vengono conservate alcune delle più importanti reliquie di San Francesco. Nella preziosa sala, troviamo: il saio cinerino, assai rovinato e pieno di tanti rammendi, memoria visibile della scelta di povertà del santo; poi, vi sono il calice e la patena, anche se - necessario ricordarlo - non volle mai essere ordinato sacerdote; due veli di lino donati a San Francesco dalla nobildonna romana Jacopa dei Settesoli; il corno d'avorio del famoso incontro - avvenuto nel 1219-20 - con il sultano Melek-El-Kamel.
Inoltre è doveroso annoverare: undici monete d'argento; la pietra che fungeva da guanciale al capo di Francesco e alcune ceneri del corpo, tutte reliquie rinvenute durante la ricognizione- avvenuta alla presenza di Papa Pio VII e dei Vescovi umbri, oltre ad alcuni medici ed archeologi - del 1818. Ad Assisi è conservata anche un’altra tunica, cosiddetta “bianca”, molto probabilmente donata sempre dalla nobildonna romana Jacopa dei Settesoli; le sue pantofole e, in ultimo, una pelle di camoscio posta a stretto contatto con la ferita del suo costato. Fra gli scritti: l'autografo con la benedizione, lettera autografa del Santo, indirizzata a frate Leone; la Regola francescana, datata 29 novembre 1223, la “Magna charta” del Francescanesimo.
Per rimanere in terra umbra, è giusto fare tappa nella piccola città di Spoleto. Nel duomo dedicato all’Assunta, nella cappella delle Reliquie, l’ultima lungo la navata sinistra, si custodisce una lettera autografa del Santo di Assisi. E’ un piccolo foglio di pergamena di pelle di capra, una lettera di risposta a frate Leone: “Francesco tuo salute e pace, così io dico a te, figlio mio, come una mamma, che tutti i discorsi che facemmo per via, brevemente in queste parole io ti riassumo e consiglio”, questo l’incipit della brevissima lettera.
Cortona, comune della Toscana, vicino alla città di Arezzo. Qui, nella chiesa dedicata al Santo si conservano tre sue reliquie. La prima è una tunica che - secondo la Legenda Maior, la Leggenda maggiore di San Bonaventura - frate Elia avrebbe donato a San Francesco affinché non morisse senza l’abito religioso. La seconda è un cuscino, custodito all’interno di una fodera riccamente decorata, elegante. Anche in questo caso, a detta della dicitura cucita sulla stoffa, si tratterebbe di un cuscino confezionato dalla nobildonna romana Iacopa de Settesoli e poi donato a frate Elia per far poggiare il capo di San Francesco morente: “Confessor Domini Franciscus ad ethera migrans, hoc capitale suum tenui subter caput almum. Valete in Domino et orate pro me”, così recita l’iscrizione. La terza reliquia è un codice manoscritto - nello specifico un Evangelistario - che Francesco e i suoi compagni utilizzavano per recitare l’Ufficio divino quando si trovavano in viaggio. Il prezioso manoscritto proviene molto probabilmente dall'eremo delle Celle di Cortona.