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La Santa Sede avrà un rappresentante in Vietnam, e Papa Francesco lo spiega ai fedeli

Una lettera del Papa ai cattolici del Vietnam alla vigilia della nomina del rappresentante residente della Santa Sede nel Paese

Papa Francesco, Van Thuong | Papa Francesco con il presidente del Vietnam Vo Van Thuong, 27 luglio 2023 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Van Thuong | Papa Francesco con il presidente del Vietnam Vo Van Thuong, 27 luglio 2023 | Vatican Media / ACI Group

Non è una scelta usuale, ma Papa Francesco ha deciso di scrivere una lettera ai cattolici del Vietnam in occasione dell’adozione dell’accordo tra il Governo Socialista del Viet Nam e la Santa Sede per la nomina di un rappresentante residente vaticano ad Hanoi. Una lettera nella quale il Papa auspica che i fedeli cattolici attraverso l’implementazione di condizioni favorevoli per l’esercizio della libertà religiosa, i potranno promuovere dialogo e generare speranza per il Paese”.

Il Vietnam è uno degli Stati che non ha piene relazioni diplomatiche con la Santa Sede. A partire da metà degli anni Novanta, però, si è operato un progressivo avvicinamento, anche con un accordo per la nomina dei vescovi che ha mostrato di funzionare, e poi con lo stabilimento di una commissione congiunta che si è riunita alternativamente in Vietnam e presso la Santa Sede. Si è arrivati così nel 2011 alla nomina di un rappresentante non residente della Santa Sede ad Hanoi, e poi, quest’anno, si è giunti finalmente all’accordo per la nomina di un rappresentante residente della Santa Sede.

Si tratta dell’ultimo gradino prima delle piene relazioni diplomatiche, che permette uno scambio e una presenza più costante della Santa Sede sul territorio del Vietnam, sei milioni di cattolici che hanno un peso e un ruolo nella nazione comunista.

La lettera del Papa va letta con tutte le sfumature diplomatiche del caso. Il Papa ripercorre la storia deli “buoni rapporti che hanno segnato gli ultimi anni”, che ha portato alla visita del presidente del Vietnam Vo Van Thuong in Vaticano il 27 luglio 2023, incontro – spiega Papa Francesco – che “riveste un significato speciale nel processo di consolidamento delle relazioni tra la Santa Sede e il Viet Nam che, come ricordava San Giovanni Paolo II, è un Paese del quale tutti conoscono e apprezzano il coraggio nel lavoro, la tenacia nelle difficoltà, il senso della famiglia e le altre virtù naturali di cui ha saputo dar prova”.

Papa Francesco parla di una “reciproca fiducia che nel corso degli anni, passo dopo passo, si è rafforzata grazie alle visite annuali della Delegazione della Santa Sede e durante gli incontri del gruppo di lavoro congiunto Viet Nam-Santa Sede”, e sottolinea che grazie a quella si è potuto progredire insieme e si potrà farlo ulteriormente, riconoscendo le convergenze e rispettando le differenze”.

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Il Papa loda la capacità di “camminare ascoltandosi a vicenda”, nonostante le difficoltà, che però non hanno impedito “di cercare insieme la via migliore per il bene del popolo vietnamita e della Chiesa”.

Papa Francesco sottolinea che “fedeli cattolici, sia nella edificazione della Chiesa stessa,

attraverso una cooperazione pastorale corresponsabile, sia, specialmente, sul piano dell’animazione

evangelica delle realtà temporali, realizzano la propria identità di buoni cristiani e buoni cittadini”. Parole che servono a rassicurare il governo socialista, sempre preoccupato che i cattolici possano sentirsi legati alla Santa Sede e possano diventare agenti sovversivi.

Il Papa, però, non manca di segnalare che serve “l’implementazione di condizioni favorevoli per l’esercizio della libertà religiosa”, perché la questione fu occasione di qualche attrito in occasione di uno degli incontri del comitato congiunto venuto a seguito della riforma della legge sulla libertà religiosa del Paese del 2016.

Papa Francesco ricorda che i fedeli cattolici sono “figlie e figli della Chiesa e allo stesso tempo cittadini del Vietnam”, e sottolinea che “l’aspetto specifico di cui oggi abbiamo ancor più bisogno è la concretezza della Carità, cioè la concreta decisione per l’uomo, compiuta nella Pasqua e sempre attuata storicamente nella Chiesa”. Proprio questo spirito, aggiunge Papa Francesco, “ha sempre animato la vostra Comunità cattolica ad offrire il proprio positivo e significativo contributo nel servire il Popolo, in modo particolare durante la pandemia da Covid-19”.

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Insomma, prosegue la lettera, “la Chiesa del Viet Nam, infatti, attraverso l’incoraggiamento dei singoli Vescovi e della Conferenza Episcopale Vietnamita, ha dato prova di essere lievito della società accompagnandola nel suo sviluppo e contribuendone al progresso da fedeli credenti, responsabili e credibili”.

Il Papa ricorda la lettera dei vescovi del Vietnam per questo anno pastorale è  “incentrata sul

promuovere la partecipazione alla vita della comunità attraverso l’affetto reciproco, l’ascolto sincero e atti di carità anche verso coloro che non condividono la stessa fede, prendendosi cura dei più deboli e bisognosi”, e sottolinea che “i fedeli cattolici, sempre pronti a rispondere efficacemente alle necessità della quotidianità e a partecipare all’edificazione del bene comune, in tutti gli ambiti della vita sociale del Paese, sono chiamati a realizzare l’insegnamento di Gesù di essere “luce del mondo e sale della terra”.

Per questo, Papa Francesco chiede “a Dio di illuminarVi e guidarVi, affinché sappiate testimoniare l'amore e la carità di Gesù Cristo, per la gloria di Dio, nella vita e nelle relazioni con le Autorità civili e con ogni persona senza distinzione di religione, razza e cultura”, e invita “Pastori, sacerdoti, consacrati e fedeli laici, di essere coraggiosi nel seguire l’esempio di Cristo”.