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Papa Francesco in volo: no all’eutanasia. E sulle migrazioni c’è più consapevolezza

Conferenza stampa breve di ritorno da Marsiglia. Tre domande. La questione dell’eutanasia, dibattuta in Francia. Il tema dei migranti, sempre da accogliere. La frustrazione per le difficoltà in Ucraina

Papa Francesco, Marsiglia | Papa Francesco durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Marsiglia, 23 settembre 2023 | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco, Marsiglia | Papa Francesco durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Marsiglia, 23 settembre 2023 | Daniel Ibanez / ACI Group

Nel faccia a faccia con il presidente francese Emmanuel Macron questa mattina, Papa Francesco non ha parlato della legge dell’eutanasia che il Parlamento francese si appresta a far votare, anzi che sarebbe già stata votata se non ci fosse la visita del Papa. Ma sì, il Papa ne ha parlato con Macron in precedenza, quando il presidente era stato in Vaticano il 24 ottobre 2022 e la legge era ancora in discussione, e gli aveva detto chiaramente: “Con la vita non si gioca”.

Lo rivela Papa Francesco, stimolato dalle domande dei giornalisti in volo di ritorno da Marsiglia. Tre sole domande – il volo è poco meno di due ore – ma diversi i temi: l’eutanasia è la questione in Francia, e vede i vescovi in prima linea, ed è forse il tema più nuovo. Il Papa ha parlato però anche di migrazioni, dicendo che il suo impegno di dieci anni iniziato a Lampedusa “non ha fallito”, perché ora “c’è più consapevolezza”. Ha detto che “c’è un po’ di frustrazione” per le difficoltà nel mediare una pace in Ucraina, e sottolineato come sarà il popolo ucraino a pagare anche le marce indietro negli aiuti. Ha messo in luce la bellezza del modello di integrazione di Marsiglia, un vero mosaico, un “Porto che è un messaggio”

Andiamo con ordine. Prima di tutto, la questione migranti. Il primo viaggio del Papa, dieci anni fa, fu proprio a Lampedusa. Se dopo dieci anni si deve ripetere lo stesso messaggio, allora il Papa ha fallito?

No, risponde Francesco, piuttosto si è proceduto lentamente e oggi almeno “c’è coscienza del problema migratorio”. Ci sono casi, aggiunge, che sono “brutti, dove i migranti sono mandati indietro come palline da ping pong e finiscono nei lager, finiscono peggio di prima”. I migranti “soffrono non solo perché hanno bisogno di uscire, ma soffrono perché è un regno del terrore. Sono schiavi”.

Papa Francesco ribadisce che i migranti vanno “accolti, accompagnati, promossi e integrati”, se non possono essere integrati nel Paese di arrivo, siano integrati in quello da cui provengono per non farli cadere nelle mani dei trafficanti. A questo proposito, il Papa ricorda di aver invitato al Sinodo Luca Casarini, l’attivista no global ora a capo di SOS Mediteranée, e lascia intendere che vuole che questa voce sia rappresentata al Sinodo, anche perché “ora le cose sono migliorate, ma prima le cose non si sapevano, non dicevano la verità”, e allora “questa chiamata è come un grido: stiamo attenti, facciamo qualcosa”.

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La questione dell’eutanasia in Francia, legge controversa contrastata più volte dai vescovi. Papa Francesco dice di aver detto a Macron di avergli detto che “con la vita non si gioca, né all’inizio alla fine”, anche perché poi c’è il rischio di entrare nella politica del non dolore, di avere “una eutanasia umanistica”, un po’ come succede nel libro – più volte citato da Papa Francesco – “Il Signore del Mondo” di Benson, dove, racconta Papa Francesco, “alla fine si tolgono tutte le differenze e tutti i dolori e l’eutanasia è una di queste cose”.

Il Papa mette in guardia dalle “colonizzazioni ideologiche che rovinano la vita umana, che vanno contro la vita umana”, tanto che oggi “si cancella la vita dei nonni, quando la ricchezza umana sta nel dialogo tra nipoti e nonni”. E allora al presidente francese il Papa aveva detto ad ottobre che “con la vita non si gioca, che sia la legge per non lasciare che cresca il bambino nel seno della madre, la legge dell’eutanasia nelle malattie e nella vecchiaia… non dico che è una cosa di fede, ma è una cosa umana”.

Questione Ucraina, dopo la missione del Cardinale Zuppi. Papa Francesco dice che “qualche frustrazione c’è”, che la Segreteria di Stato e la missione del Cardinale Zuppi hanno fatto tutto quello che è possibile, che sono stati fatti passi avanti per il ritorno dei bambini, ma che alla fine questa guerra “è un po’ interessata non solo dal problema russo-ucraino, ma per vendere le armi”.

Il Papa sottolinea che gli investimenti sulle armi “sono fabbriche di morte”, e si sofferma sul martirio del popolo martire, fa riferimento senza citarlo al dramma dell’Holodomor (il tentato annientamento del popolo ucraino attraverso una carestia procurata su ordine di Stalin) di cui quest’anno ricorrerà il novantesimo anniversario, e chiede “di non giocare con il martirio di questo popolo”.

Allo stesso tempo, Papa Francesco dice che nella guerra “il reale è il possibile”, che si deve arrivare ad un accordo possibile, e sottolinea che “ho visto che qualche Paese si tira indietro, non dà le armi, e comincia un processo in cui il martire sarà il popolo ucraino certamente e questa è una cosa brutta”.

Papa Francesco poi si sofferma sul viaggio, su Marsiglia “Civiltà di tante culture”, “porto di migranti”, dove le varie confessioni religiose “convivono” in quella che il Papa definisce “una cultura dell’aiuto, un mosaico creativo”.

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“È questa cultura che fa la convivenza! Marsiglia è un porto che è un messaggio”, afferma Papa Francesco. Perché Marsiglia “accoglie e rispetta e fa una sintesi senza negare le identità” e questo ne fa un modello.

Infine, la questione migranti, per chiudere il cerchio. “Ci sono cinque paesi che soffrono tanti migranti – dice il Papa – ma in alcuni paesi ci sono villaggi (il Papa dice popoli, dallo spagnolo pueblo, che significa popolo, ma anche villaggio, ndr) vuoti, penso a un caso concreto che conosco dove abitano venti anziani e niente di più. Che questi villaggi facciano uno sforzo per integrare! Abbiamo bisogno di manodopera. L’Europa ha bisogno!”

Papa Francesco conclude: “Le migrazioni ben condotte sono una ricchezza. Pensiamo un po’ questa politica migratoria che sia feconda e ci aiuti tanto”.