Marsiglia , venerdì, 22. settembre, 2023 18:38 (ACI Stampa).
È ancora l’accoglienza il tema del secondo discorso di Papa Francesco. E non potrebbe essere altrimenti. Seduto insieme ai responsabili delle altre religioni, di fronte a quel Mediterraneo diventato “un cimitero” che il Papa volle visitare nel suo primissimo viaggio, a Lampedusa, Papa Francesco chiede ai leader religiosi di essere esemplari nell’accogliere, andando al di là di ogni reciproca difficoltà. Perché il mondo si trova “di fronte a un bivio di civiltà”.
“Siamo riuniti – dice Papa Francesco - in memoria di coloro che non ce l’hanno fatta, che non sono stati salvati. Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti. Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore”.
È un dramma che non richiede parole, ma fatti, e soprattutto “umanità, silenzio, pianto, compassione e preghiera”, per lasciarsi toccare dalle tragedie delle troppe persone “in fuga da conflitti, povertà e calamità ambientali”, che “trovano tra le onde del Mediterraneo il rifiuto definitivo alla loro ricerca di un futuro migliore”.
Papa Francesco sottolinea che siamo di fronte “a un bivio: da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall’altra l’indifferenza”.
Il Papa lo definisce “un bivio di civiltà”, sottolinea che “non possiamo rassegnarci a vedere esseri umani trattati come merce di scambio, imprigionati e torturati in modo atroce” - "lo sappiamo, tante volte quando li mandiamo via è per essere torturati e imprigionati" - né possiamo “più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell’indifferenza”.