Parigi , venerdì, 22. settembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Era il 1658 quando a Parigi vennero fondate le Missions Etrangers, le missioni chiamate a contribuire all’evangelizzazione di numerosi Paesi dell’Asia. Ancora attive oggi con 150 sacerdoti, 17 seminari e più di 100 volontari, le Missioni hanno anche un bollettino di notizie molto ricco, che questo mese presenta un intero dossier sulla Cina. E non è una scelta di poco conto.
Dopo il viaggio del Cardinale Matteo Zuppi in Cina, che ha accreditato Pechino come una possibile potenza di mediazione, il grande tema della Chiesa in Cina non è diplomatico, ma pastorale. C’è un accordo per la nomina dei vescovi, rinnovato due volte, e che Pechino ha violato due volte nell’ultimo anno. C’è un dialogo in corso, che però rischia di sbattere sulla volontà della Cina, comunque, di dimostrare che le decisioni, nella Repubblica Popolare, sono prese dal governo. E ci sono casi particolari, come quello di Hong Kong, e come quello dei sacerdoti denunciati per non essersi registrati nell’Associazione Patriottica, l’organo governativo non riconosciuto dalla Santa Sede che riunisce i vescovi. Ma c’è, soprattutto, un mondo cattolico da evangelizzare e supportare, superando la visione della Chiesa ufficiale e della Chiesa clandestina.
Tante le sfide, insomma, cui il dossier dei missionari cerca di rispondere. In particolare, vanno segnalate due interviste: quelle con il cardinale preconizzato Stephen Chow, gesuita, vescovo di Hong Kong; e quella con Emmanuel Lincot, professore universitario esperto di Cina con una particolare esperienza nelle relazioni internazionali.
Lincot ha preso le mosse dal viaggio del Papa in Mongolia, Paese confinante con la Cina, e dal suo messaggio al popolo cinese.
Dice Lincot: “Per Papa Francesco, che è il primo papa gesuita della storia, la Cina è una terra di missione e di evangelizzazione, quindi per lui non si tratta di abbandonare la Cina, bisogna mantenere il legame, è fondamentale. Ciò avviene a lungo termine e dobbiamo mantenere il legame, anche se ciò significa ingoiare qualche serpente...”