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In Principio, la rassegna di Musica Sacra in scena a Padova

Un percorso di ascolto e spiritualità che si snoda in un ciclo di quattro concerti tra i principali luoghi di culto di Padova

L'immagine simbolo della Manifestazione |  | www.opvorchestra.it L'immagine simbolo della Manifestazione | | www.opvorchestra.it

La liturgia testimonia e rende partecipi del mistero dell’Incarnazione. Eppure spesso e volentieri, purtroppo, in chiese, parrocchie, abbazie il senso profondo di questo Mistero sembra smarrirsi in un caos di suoni e parole, oppure in celebrazioni sciatte e puntellate da canzonette poco appropriate. Non si tratta di tornare ad avvitarsi in sterili polemiche incentrate sulla solite contrapposizione tra “chitarre sì” “chitarre no”. E c’è anche da chiedersi la musica sacra in quale direzione stia andando oggi, dopo le straordinarie stagioni del passato. Tutte riflessioni  che nascono nel seguire la presentazione della nuova, importante edizione della rassegna di musica sacra dal titolo “In Principio”.

Il progetto è un percorso di ascolto e spiritualità che si snoda in un ciclo di quattro concerti tra i principali luoghi di culto di Padova, con la partecipazione dell’Orchestra di Padova e del Veneto,  in collaborazione con l’Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova e le parrocchie del Centro storico.
All’interno dei quattro appuntamenti proposti sono presenti  la tradizionale Messa in ricordo dei musicisti e di tutti gli artisti padovani defunti, accompagnata dal  repertorio sacro di Haydn, un nuovo brano in prima esecuzione assoluta e opere di alcuni dei più importanti protagonisti della musica italiana del Novecento. La presenza delle musiche di Malipiero, Casella e Ghedini trova giustificazione nel progetto di valorizzazione dei grandi “restauratori” musicali perseguito negli ultimi anni da Orchestra, ossia compositori del Novecento che hanno dimostrato una particolare attenzione nella riscoperta del repertorio antico.

In Principio ha aperto il suo ciclo di straordinari concerti con il Vespro della Beata Vergine, tra i capolavori più noti di Claudio Monteverdi, nella versione di Giorgio Federico Ghedini, grande appassionato di musica antica. La cornice del concerto è stata la chiesa di Santa Maria dei Servi, un vero e proprio scrigno di bellezza e di fede: basti pensare alla presenza del meraviglioso Crocifisso ligneo di Donatello. Ed è stato proprio in questa chiesa che è avvenuta la presentazione della rassegna, con don Gianandrea Di Donna, direttore dell’Ufficio per la Liturgia della Diocesi di Padova, padre Cristiano Cavedon, vicario parrocchiale di Santa Maria dei Servi, Marco Angius, direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto e Paolo Giarretta, vicepresidente dell’OPV.

La rassegna si conclude giovedì 28 settembre alle ore 20.45 nella cattedrale di Santa Maria Assunta con un programma che vuole offrire una panoramica di alcuni tra i più grandi compositori italiani del Novecento. Pagine di  Corelli e Scarlatti filtrate attraverso la sensibilità strumentale di Gian Francesco Malipiero, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario della morte. Senza dimenticare il Concerto romano di Alfredo Casella, che proprio con questo brano cercò di realizzare uno “stile neo-classico barocco nella sua monumentalità”, e I quattro Evangelisti si scambiano punti di cielo e di colore, opera in prima assoluta del compositore Marco Uvietta

Riscoperta del patrimonio musicale, “restauro” dei testi e rilettura, ma anche nuovi percorsi da esplorare, in un continuo dialogo tra presente e passato, come è stato sottolineato durante la presentazione della rassegna. Alla luce di alcuni punti fermi: la necessità assoluta di tenere viva la bellezza della liturgia, che è preghiera e celebrazione a tutti gli effetti -non è scontato, lo si dimentica spesso – e che la musica contemporanea deve fronteggiare quel senso di “incompletezza”, di non definizione, di straniamento che la affligge e le impedisce una reale comunicazione con il popolo di Dio. Deve essere di autentica natura artistica, e deve essere il “luogo” della preghiera, non spettacolo o semplicemente concerto, ma appunto preghiera viva che sale al Cielo.

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