Palermo , venerdì, 15. settembre, 2023 18:40 (ACI Stampa).
"Oggi le mafie sono meno evidenti, ma diffuse e ramificate in molti Paesi" e "gestiscono traffici di persone ridotte a merce, di droghe che disumanizzano e creano schiavi e schiavitù. Sono produttori di morte e guadagnano sulla morte". Il cardinale Zuppi ha ricordato così i 30 anni della morte del beato Pino Puglisi sacerdote ucciso a Palermo dalla mafia per mettere fine al suo lavoro di risveglio delle coscienze.
Nella messa in cattedrale il Presidente della Conferenza episcopale ha detto: "La voce di Padre Pino, schiva ma chiarissima, non urlata, non esibita, da innamorato di Cristo che per questo faceva innamorare del Vangelo, ci incoraggia a spenderci per il bene e richiama le nostre coscienze assopite o pavide a non abituarci o giustificare atteggiamenti e sistemi ingiusti, disumani e non cristiani. Il male lo vincono gli umili e i semplici".
Ed ha aggiunto: "Non era un prete antimafia secondo le etichette sociali e mediatiche. Peraltro, un cristiano, se è tale, è sempre contro le mafie! Era un prete, un prete buono, un cristiano, che divorava la Parola di Dio e non si è mai stancato di spezzarla per tutti e, proprio perché uomo di preghiera, combatteva per la libertà dei suoi ragazzi. Non condannava nessuno, ma cercava di salvare tutti come poteva, più che poteva".
Nessuno deve essere lasciato solo nella lotta alle mafie ha detto il cardinale, e si deve seguire la strada per cercare Gesù:"Se a Palermo qualcuno vuol trovare Dio, quel Dio-Amore che Gesù ha mostrato, che non finisce e dona beatitudine, oggi lo trova nel corpo caduto in terra di Padre Pino Puglisi. Lui è il chicco di grano, caduto in terra e morto e lui, amico di Gesù, ci aiuta a non avere paura di amare sino alla fine". Per don Pino ogni ragazzo che accoglieva era una storia, un nome.
E parla dell' oggi il cardinale, della Palermo segnata ancora dalla violenza. E allora i recenti fatti di cronaca che hanno ferito anche la città di Palermo chiedono "serietà, educazione a una vita bella, più bella e appassionante di quella della strada e di quella strada che sono le pornografie digitali. E soprattutto tanta comunità!". E allora, conclude il presule, si deve andare verso "una città umana e solidale. Verso il Regno che è già in mezzo a noi e che ci attende".