Roma , venerdì, 15. settembre, 2023 9:00 (ACI Stampa).
Dieci giorni a Roma, per tornare lì dove c’è il legame con Pietro, per essere ascoltati anche dal Papa e per portargli le sofferenze e le speranze del popolo ucraino. Dieci giorni di sessioni intense, di incontri ad alto livello con il Papa stesso, con i cardinali Parolin, Zuppi, Koch, con l’arcivescovo Gugerotti che è stato nunzio a Kyiv e sarà presto cardinale, con il Cardinale Sandri che, come Parolin, andò sui luoghi del conflitto prima che ci fosse l’aggressione su larga scala. Dieci giorni di grandi discussioni, alla ricerca di come stare vicino alle persone in questo tempo di guerra, di definire una "pastorale del trauma". Una conclusione: “Si deve stare con il popolo, per toccarne e comprenderne le ferite”. E un auspicio: “Questo è un sinodo della speranza”.
Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, padre e capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, il 14 settembre ha incontrato i giornalisti al termine del Sinodo (durato dal 3 al 13 settembre) insieme all’arcieparca metropolita di Philadelphia Borys Gudziak. Hanno raccontato dell’incontro con il Papa, delle loro attese, ma soprattutto hanno parlato della popolazione. Da ben prima del conflitto, dalle manifestazioni di piazza Majdan, la Chiesa è stata vicino alla gente. Oggi, ha aggiunto un compito: l’attenzione pastorale per i soldati, il lavoro psicologico per le vittime del conflitto, lo sguardo al futuro, alla ricostruzione.
Sua Beatitudine Shevchuk dice che no, ancora non hanno invitato di nuovo Papa Francesco a visitare l’Ucraina. “Abbiamo detto però – aggiunge- che un giorno aspettiamo questa possibilità, perché per capire cosa succede in Ucraina bisogna toccare le ferite”.
Il lavoro, per la più grande delle Chiese sui iuris, è anche quello di veicolare il pensiero di Papa Francesco. Non è sempre facile. Il Papa fa a volte dichiarazioni che vanno comprese in contesto, ma che permettono varie interpretazioni. Molti lo considerano filo-russo, specie dopo quello che ha detto ai giovani russi il 25 agosto sull’eredità della Madre Russia. Il governo ucraino ha più volte detto che non vuole una mediazione della Santa Sede, il consigliere di Zelensky Podoljak è arrivato a dire che la Santa Sede non è affidabile.
Sono tutte preoccupazioni che sono state portate sul tavolo del Papa durante più di due ore di colloquio, lo scorso 6 settembre. “Quando il Papa ha detto: sto dalla vostra parte, mi sono sentito consolato”, ha detto Sua Beatitudine Shevchuk. Che poi ha aggiunto: “Abbiamo chiesto agli ambasciatori di Ucraina presso la Santa Sede e l’Italia se Podoljak ha parlato a nome del governo o a titolo personale. Ha parlato a titolo personale”.