Città del Vaticano , domenica, 10. settembre, 2023 12:14 (ACI Stampa).
La correzione fraterna “è una delle espressioni più alte dell’amore, e anche delle più impegnative. Quando un fratello nella fede commette una colpa contro di te, tu, senza rancore, aiutalo correggendolo. Purtroppo, invece, la prima cosa che spesso si crea attorno a chi sbaglia è il pettegolezzo, in cui tutti vengono a conoscere lo sbaglio, con tanto di particolari, tranne l’interessato! Questo non è giusto e non piace a Dio”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo l’Angelus domenicale.
“Il chiacchiericcio – ha ribadito nuovamente Papa Francesco - è una peste per la vita delle persone e delle comunità, perché porta divisione, sofferenza e scandalo, e mai aiuta a migliorare e a crescere”.
Gesù ci insegna come correggere il fratello che sbaglia. “Parlaci a tu per tu, lealmente, per aiutarlo a capire dove sbaglia. Fallo per il suo bene, vincendo la vergogna e trovando il coraggio vero, che non è quello di sparlare, ma di dire le cose in faccia con mitezza e gentilezza”.
Non bisogna “mettere una persona alla gogna, svergognandola pubblicamente, bensì unire gli sforzi di tutti per aiutarla a cambiare. Puntare il dito contro non va bene, anzi spesso rende più difficile per chi ha sbagliato riconoscere il proprio errore. Piuttosto, la comunità deve far sentire a lui o a lei che, mentre condanna l’errore, è vicina con la preghiera e con l’affetto alla persona, sempre pronta a offrire il perdono e a ricominciare”.
“Desidero esprimere – ha detto il Papa al termine della recita dell’Angelus - la mia vicinanza al caro popolo del Marocco colpito da un devastante terremoto; prego per i feriti, per coloro che hanno perso la vita e per i loro familiari ringrazio i soccorritori e quanto si stanno adoperando per alleviare le sofferenze della gente. Il concreto aiuto di tutti possa sostenere la popolazione in questo tragico momento: siamo vicini al popolo del Marocco”.