San Severino Marche , lunedì, 11. settembre, 2023 18:00 (ACI Stampa).
“Attraversando la Marca d’Ancona, in compagnia di frate Paolo, frate Francesco incontrò nella campagna un pastore che pascolava il suo gregge di montoni e di capre. In mezzo al numeroso branco c’era una sola pecorella che, tutta quieta e umile, brucava l’erba. Francesco disse al frate che lo accompagnava: ‘Vedi quella pecorella sola e mite tra i caproni? Il Signore nostro Gesù Cristo, proprio così doveva sembrare, mite e umile, circondato dai farisei’. Francesco ne ebbe compassione e, grazie alla generosità di un mercante di passaggio, riscattò la pecorella. Dopo aver visitato il vescovo di Osimo e aver ricevuto la sua benedizione, riprese il cammino e affidò la pecorella alle claustrali di San Severino, che l’accolsero con grande gioia, come un dono di Dio; ne ebbero amorosa cura per lungo tempo e poi, con la sua lana, tesserono una tonaca che mandarono a Francesco, mentre stava alla Porziuncola. Il santo l’accolse con devozione e festosamente, stringendo la tonaca al cuore, la baciava, invitando tutti i fratelli ad allietarsi con lui”.
Così narra Tommaso da Celano, che fa risalire la presenza delle clarisse a San Severino Marche, in provincia di Macerata, al passaggio del santo assisate che, di ritorno dal viaggio in Terra Santa, dopo essere sbarcato ad Ancona, percorre la regione marchigiana per raggiungere Assisi e si ferma al convento di Colpersito. Lì vivevano alcune donne consacrate che, dopo aver conosciuto Francesco, nel 1223 chiedono di essere ‘fratelli’ di Francesco.
Questo anniversario degli 800 anni della nascita della loro comunità a Colpersito dove si registrò anche la presenza, in almeno tre occasioni, di san Francesco d’Assisi, è stato ricordato nella città maceratese nel mese di giugno con un importante convegno, nel quale il prof. Giammario Borri, docente all’Università di Macerata, ha spiegato le radici di questa presenza attraverso il documento più antico di Colpersito, datato 16 giugno 1223 e conservato nell’archivio diocesano di Camerino, ed altre quattro pergamene di quel periodo in cui si fa menzione delle Sorelle di Colpersito e del passaggio di san Francesco nella piccola comunità femminile dell’epoca.
Al convegno sono intervenuti anche p. Pietro Maranesi, storico del francescanesimo, sul tema ‘Frate Francesco a Colpersito’ e fra Lorenzo Turchi su ‘Le pergamene di Colpersito: 1223-1292’ e suor Chiara Francesca Raggi, madre abbadessa del monastero di San Severino Marche, che ha illustrato la ‘vita’ delle ‘Sorelle di Colpersito’.
A suor Chiara Francesca abbiamo chiesto di raccontare l’occasione per cui le clarisse si stabilirono nella città: “L’inizio della nostra presenza a San Severino Marche è legato al passaggio di san Francesco d’Assisi al convento di Colpersito, nel quale dimorava una comunità di donne penitenti che accoglie Francesco, si lascia interpellare dalla sua testimonianza evangelica fino a diventarne ‘pianticella’, sulla scorta dell’esperienza di san Damiano. Il 16 giugno 1223 la comunità di Colpersito ottenne dal vescovo diocesano il permesso di avere come visitatori e correttori i frati scelti da Francesco o dai suoi successori. Negli anni successivi, poi, la comunità abbracciò la forma di vita vissuta a san Damiano da Chiara e dalle sue sorelle”.