Advertisement

Ritrovata la lista degli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma nel '43-'44

Nomi e indicazioni che hanno permesso la identificazione di almeno 3200 ebrei romani

Gli studiosi che si sono occupati dello studio della Lista |  | Pontificio Istituto Biblico Gli studiosi che si sono occupati dello studio della Lista | | Pontificio Istituto Biblico

Un elenco incredibile che illumina la storia. É stato trovato nell’archivio del Pontificio Istituto Biblico di Roma. Si tratta di una lista di nomi di personin maggioranza ebree, sfuggite alle persecuzioni nazifasciste perché accolte nelle istituzioni ecclesiali della città, 100 congregazioni femminili e 55 maschili. Una informazione già pubblicata dallo storico Renzo De Felice nel 1961, ma di cui si riteneva perduta la documentazione integrale.

Invece il ritrovamento degli elenchi permette la identificazione per nome di 3600 dei 4400 ospiti degli istituti religiosi romani. Grazie al lavoro congiunto e al confronto con i documenti conservati nell’archivio della Comunità Ebraica di Roma, risulta che circa 3.200 fossero con certezza ebrei.

Si sa quindi dove sono stati nascosti e, in talune circostanze, i luoghi di residenza prima della persecuzione. La documentazione incrementa così significativamente le informazioni sulla storia del salvataggio di ebrei nel contesto degli istituti religiosi di Roma. Per motivi di tutela della privacy, l’accesso al documento è al momento riservato. Il documento è stato presentato durante il workshop “Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti religiosi di Roma (1943-1944)” che si è tenuto il 7 settembre 2023 presso il Museo della Shoah di Roma.

La documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano p. Gozzolino Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione di Roma. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell’Istituto in questo periodo è stato il gesuita p. Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto per il documento del Vaticano II Nostra Aetate.

Gli storici coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Grazia Loparco della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, Paul Oberholzer dell’Università Gregoriana e Iael Nidam-Orvieto, Direttore dell’Istituto Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di Innsbruck) insieme al Rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita canadese Michael Kolarcik.

Advertisement

Roma fu occupata dai nazisti per nove mesi, a partire dal 10 settembre 1943 fino a quando le forze alleate liberarono la città il 4 giugno 1944. In quell’arco di tempo la persecuzione degli ebrei determinò, tra l’altro,

la deportazione e l’uccisione di quasi 2.000 persone, compresi centinaia di bambini e adolescenti, su una comunità di circa 10.000 - 15.000.