Torino , lunedì, 4. settembre, 2023 16:00 (ACI Stampa).
Si celebreranno il 5 settembre alle 15.30 presso la chiesa del S. Sudario a Torino le esequie di monsignor Giuseppe Ghiberti, deceduto nella mattina di sabato 2 settembre 2023 all’età di 88 anni. Una vita spesa per la Diocesi di Torino e in particolare per gli studi sulla Sacra Sindone. Biblista, appassionato di ecumenismo, amico di Benedetto XVI. Rettore della Chiesa del Santo Sudario monsignor Giuseppe Ghiberti ha curato le ostensioni della Sacra Sindone nel 1998, 2000 e 2010. Ad Emanuela Marinelli, sindonologa di fama internazionale abbiamo chiesto quale era la idea di Ghiberti sulla autenticità del Telo di Torino?
"Vista l’amicizia e la confidenza che mi legava a lui, glielo chiesi direttamente nel 1998, in una pausa delle riprese in diretta che stavamo facendo per un programma della RAI. Dato che la sua posizione ufficiale, definita da qualcuno equilibrata, mi appariva invece troppo prudente, gli chiesi: “Don Giuseppe, ma tu ci credi che la Sindone sia autentica? Certe volte appari dubbioso…” Lui mi rispose: “Io ci credo più di te, ma non lo posso dire esplicitamente per il mio delicato ruolo nell’ecumenismo”. Era infatti tra i fondatori della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, di cui è stato per molto tempo presidente. Il 1998 aveva visto l’uscita di uno dei velenosi libri contro la Sindone scritti da Carlo Papini, valdese, e Mons. Ghiberti non poteva avere la mia libertà da ogni condizionamento, la mia franca irruenza, che lui segretamente ammirava. Per fortuna quei tempi sono lontani e lo scorso anno abbiamo potuto pregare fraternamente con i Valdesi durante l’evento di Taizè, che prevedeva anche un momento di contemplazione della Sindone".
I suoi studi erano dedicati al rapporto tra Bibbia a Sindone. Può spiegarli?
"Monsignor Ghiberti è stato un grande biblista. È stato presidente dell'Associazione Biblica Italiana, è stato membro della Pontificia Commissione Biblica ed è stato direttore delle riviste Parole di Vita, Rivista Biblica e Archivio Teologico Torinese. Trovava una perfetta convergenza fra quanto è scritto nella Bibbia e quanto si può osservare nella Sindone. Era particolarmente competente sull’opera giovannea e sulla Resurrezione di Gesù. Uno dei suoi numerosi libri è dedicato ai racconti pasquali del capitolo 20 di Giovanni. Quello che videro Pietro e Giovanni nel sepolcro è molto controverso, ma Mons. Ghiberti non aveva dubbi sulla presenza della Sindone. Il problema era la traduzione del greco othonia keimena di Gv 20,6, che infelicemente in italiano era diventato “le bende per terra”. Un giorno mi disse: “Spero di vivere sufficientemente a lungo da poter vedere una traduzione diversa”. Il Signore ha esaudito la sua preghiera. Nel 2008 è stata pubblicata la nuova traduzione della Bibbia, approvata dalla Conferenza Episcopale Italiana, e othonia keimena è stato finalmente tradotto “i teli posati”. Ma qualcuno faceva ancora storie contro la Sindone, affermando che si tratta di un telo unico per il quale non si poteva usare il plurale. In un suo interessante articolo monsignor Ghiberti invece scrive: “Un possibile orientamento giunge dal modo con cui apparivano i teli alla vista di chi li trovò “giacenti” nel sepolcro: se Gesù vi fosse stato avvolto (in realtà Giovanni dice «legato») al modo che si intravede nella Sindone, dopo la resurrezione il visitatore avrebbe visto il telo nella sua parte superiore ed in quella inferiore, come in una apparente pluralità”.
Quale è stato il suo contributo per la conservazione della Sacra Sindone?