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Chiesa Greco Cattolica Ucraina, Papa Francesco regolamenta l’esarcato in Italia

Con un rescripto, Papa Francesco definisce il regolamento dell’esercato per i fedeli ucraini cattolici di rito bizantino in Italia.

Santi Sergio e Bacco | La chiesa dei Santi Sergio e Bacco, sede dell'esarcato per i fedeli ucraini di rito bizantino in Italia | Ukr-parafia Santi Sergio e Bacco | La chiesa dei Santi Sergio e Bacco, sede dell'esarcato per i fedeli ucraini di rito bizantino in Italia | Ukr-parafia

Nel 2019, Papa Francesco aveva stabilito un esarcato per i fedeli ucraini cattolici di rito bizantino in Ucraina. Era un riconoscimento di quella porzione del popolo di Dio che, fino ad allora, aveva avuto un visitatore apostolico, ma non aveva avuto una vera giurisdizione. Oggi vengono pubblicate le norme proprie dell’Esarcato, con un rescriptum ex audientia Sanctissimi di Papa Francesco redatto lo scorso 23 giugno, dopo una udienza concessa all’arcivescovo Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.

Otto brevi articoli per stabilire competenze e poteri dell’esarca apostolico, che al momento è il vescovo Dioniso Lachoviz, intronizzato come esarca nel gennaio 2020, e che prima, sin dal 2009, aveva avuto le funzioni del visitatore apostolico.

Cosa dice il rescriptum? Definisce l’esarcato come “porzione del popolo di Dio formato dai fedeli ascritti alla Chiesa sui iuris greco-cattolica ucraina, con domicilio o quasi domicilio in Italia e retta dall’Esarca a nome del Romano Pontefice”.

L’esarca è membro di diritto della Conferenza Episcopale Italiana, è chiamato a mantenere “stretti legami di comunione e coordinamento” con i vescovi delle diocesi e delle eparchie in cui si trova l’esarcato, e se vuole erigere parrocchie personali deve prima acquisire il parere dei vescovi del luogo interessati e poi informare il Dicastero per le Chiese Orientali.

I sacerdoti dell’Esarcato anche sono chiamati ad essere in unità con la diocesi o l’eparchia nel cui territorio svolgono il ministero, favorendo “iniziative e attività pastorali e caritative congiunte”, sulle quali ci potrebbero anche essere accordi o convenzioni. I sacerdoti – sia quelli dell’esarcato che quelli delle diocesi o delle eparchie in cui si trova la parrocchia personale dell’Esarcato - sono chiamati anche ad esercitare “il ministero in mutuo aiuto pastorale”

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L’Esarca è anche colui che stipula le convenzioni con i rispettivi vescovi o superiori per disciplinare la presenza per motivi di studio in Italia dei presbiteri della Chiesa sui iuris Greco Cattolica Ucraina: il modello da seguire è quello della Conferenza Episcopale Italiana. L’esarca è anche libero di eriger nuovi istituti di vita Consacrata e Società di Vita Apostolica.

Insomma, l’esarca è un vescovo tra i vescovi per una diocesi che vive tra le diocesi. L’Esarcato è stato stabilito da Papa Francesco l’11 luglio 2019, e copre l’intero territorio in Italia, operando con circa 60 sacerdoti la cura spirituale di circa 70 mila fedeli, uniti in 146 comunità. La cattedrale e sede dell’Esarcato apostolico è la chiesa parrocchiale dei Santi Sergio e Bacco a Roma.

L’esarcato arriva al termine di una forte ondata migratoria arrivata dall’Ucraina in Italia, inizialmente disordinata, che portava così nel Paese moltissimi fedeli della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, la più grande delle 23 Chiese sui iuris – cioè Chiese con un loro diritto e una loro indipendenza, ma legate a Roma.

La Chiesa Greco Cattolica Ucraina cominciò praticamente da subito a prendersi cura pastorale di questi nuovi fedeli, facilitati dal fatto che a Roma c’erano già due collegi ucraini dove studiavano seminaristi e sacerdoti che si impegnavano anche nella cura pastorale.

Il 16 ottobre 2001, con in seguito all'accordo di Sua Beatitudine Lyubomyr Husar, Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, con la Conferenza Episcopale Italiana, fu nominato primo Coordinatore Pastorale per gli ucraini in Italia il Don Vasyl Potochnyak,

Il 14 gennaio 2003, con decreto ufficiale di Sua Santità Giovanni Paolo II, su richiesta di Sua Beatitudine Lyubomyr Husar, in conformità con la decisione del Sinodo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, fu nominato Visitatore Apostolico per gli ucraini greco-cattolici in Italia il vescovo. Hlib Lonchyna.

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In quegli anni, si organizzarono centri pastorali della Chiesa Greco Cattolica Ucraina in quasi tutti i maggiori centri di immigrazione ucraina, che erano al 2005 circa 70.

 

Nel marzo 2005 il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha nominato un nuovo Coordinatore PastoraleDon Alexander Sapunko e nel gennaio 2011 il Don Marco Yaroslav Semegen, attuale presidente della Società religiosa dei cattolici ucraini “Santa Sofia” in Italia e rettore della Basilica di Santa Sofia a Roma.

Nel marzo 2016 il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha nominato Coordinatore Pastorale Don Volodymyr Voloshyn, sacerdote delle comunità della CGCU nelle città dell'Italia centrale di Firenze e Prato. Dal 2005 al 2011 sono quasi 150 le comunità della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Italia e rimangono pressoché tali fino ad oggi (146).