Città del Vaticano , lunedì, 28. agosto, 2023 13:00 (ACI Stampa).
Nel 2019, Papa Francesco aveva stabilito un esarcato per i fedeli ucraini cattolici di rito bizantino in Ucraina. Era un riconoscimento di quella porzione del popolo di Dio che, fino ad allora, aveva avuto un visitatore apostolico, ma non aveva avuto una vera giurisdizione. Oggi vengono pubblicate le norme proprie dell’Esarcato, con un rescriptum ex audientia Sanctissimi di Papa Francesco redatto lo scorso 23 giugno, dopo una udienza concessa all’arcivescovo Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.
Otto brevi articoli per stabilire competenze e poteri dell’esarca apostolico, che al momento è il vescovo Dioniso Lachoviz, intronizzato come esarca nel gennaio 2020, e che prima, sin dal 2009, aveva avuto le funzioni del visitatore apostolico.
Cosa dice il rescriptum? Definisce l’esarcato come “porzione del popolo di Dio formato dai fedeli ascritti alla Chiesa sui iuris greco-cattolica ucraina, con domicilio o quasi domicilio in Italia e retta dall’Esarca a nome del Romano Pontefice”.
L’esarca è membro di diritto della Conferenza Episcopale Italiana, è chiamato a mantenere “stretti legami di comunione e coordinamento” con i vescovi delle diocesi e delle eparchie in cui si trova l’esarcato, e se vuole erigere parrocchie personali deve prima acquisire il parere dei vescovi del luogo interessati e poi informare il Dicastero per le Chiese Orientali.
I sacerdoti dell’Esarcato anche sono chiamati ad essere in unità con la diocesi o l’eparchia nel cui territorio svolgono il ministero, favorendo “iniziative e attività pastorali e caritative congiunte”, sulle quali ci potrebbero anche essere accordi o convenzioni. I sacerdoti – sia quelli dell’esarcato che quelli delle diocesi o delle eparchie in cui si trova la parrocchia personale dell’Esarcato - sono chiamati anche ad esercitare “il ministero in mutuo aiuto pastorale”