Roma , giovedì, 24. dicembre, 2015 12:30 (ACI Stampa).
Carissimi lettori, carissimi amici
La notizia del Natale, di quel bambino che nasce, viene soffocata da altre notizie di economia, di politica, di catastrofi naturali, di guerre, di fame, di odio, di indifferenza, di mercato, di gossip, di sport, di tecnologia. Notizie che passano e si dimenticano in fretta. Ma quel fatto di cronaca che racconta di un bambino in una periferia lo ricordiamo sempre. Lo ricorda anche chi dice che non è cosa che lo riguardi.
La memoria di quell’evento ci “ perseguita” e non lascia mai le pagine della nostra memoria, delle nostre abitudini, dei nostri pensieri. E’ il senso della notizia di cronaca che racconta la nascita di Gesù. In un mondo di giudizi e commenti, di dibattiti e parole, il fatto di cronaca di più di due mila anni fa ha ancora la forza di una notizia da prima pagina perché interroga.
E del resto questo è il senso di una notizia: dire qualcosa di nuovo, di non scontato, di non prevedibile. E come può essere scontato che Dio Onnipotente, sceglie di essere un bambino bisognoso di tutto, per poi vivere e morire solo e soltanto per un dono d’amore?
Notizia da prima pagina quindi la nascita di Gesù, per chi ha voglia di fermarsi a pensare. Perché se questa notizia la ricordiamo ancora vuol dire che era giornalisticamente corretta.