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Meeting 2023, il grande spettacolo dell'amicizia

Otello Cenci spiega gli spettacoli del Meeting per l'Amicizia dei Popoli in corso a Rimini

Lo spettacolo Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano |  | Meeting 2023
Lo spettacolo Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano | Meeting 2023
Lo spettacolo Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano con Sergio Rubini |  | Meeting 2023
Lo spettacolo Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano con Sergio Rubini | Meeting 2023

Alla Fiera di Rimini è ancora Meeting dell’amicizia tra i popoli. “Uno dei fattori che alimenta l’amicizia e unisce anche persone distanti fra loro è la bellezza che si esprime attraverso l’arte. Per questa ragione il Meeting ha da sempre un’attenzione particolare per le mostre (quest’anno una straordinaria su Alberto Burri) e gli spettacoli che vedranno in agosto qui al teatro Galli figure di primo piano come Gabriele Lavia, Alessandro Preziosi, Sergio Rubini e Valter Malosti” ha spiegato il presidente della Fondazione Meeting, Bernhard Scholz.

Tesi sostenuta anche dal sindaco della città, Jamil Sadegholvaad, che avanza la candidatura a capitale culturale: “La storia del Meeting a Rimini è una storia d’amore e di amicizia con la città che il tempo, invece che spegnere, ha consolidato. Se la nostra città, oggi, ha l’ambizione di avanzare la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura lo deve anche alle 44 edizioni del Meeting e alla relazione tra questa realtà e la comunità tutta. Ecco perché sono certo che il Meeting sarà parte attiva del percorso di candidatura e oltre la candidatura, così come Rimini continuerà a essere amica del Meeting per il futuro”.

Quindi da Rimini si irradiano in tutta Italia spettacoli suscitanti interessi culturali, capaci di creare un’amicizia inesauribile. Al direttore artistico del Meeting per l'amicizia fra i popoli, Otello Cenci, chiediamo di spiegare per quale motivo l’esistenza umana è un’amicizia inesauribile:

“Possiamo affermare che se ci siamo è perché qualcuno o qualcosa ci ha voluto. Considerando inoltre le scarse probabilità che agli inizi del tempo, il pianeta terra prendesse forma con tutte le condizioni necessarie per garantire la nostra esistenza ed, ancor di più forse, che queste condizioni ambientali continuino a ricrearsi oggi (al di là dell’intervento umano), beh allora viene proprio da pensare che qualcuno, una forza misteriosa, faccia di tutto per mantenere quel difficile equilibrio che chiamiamo vita.

La vita quindi, in quanto dono è interpretabile come un atto d’amore. L’Universo poi, si protrae come rapporto e si dilata attraverso relazioni dal potere generativo. Grazie alla scintilla che si accende misteriosamente, nell’incontro tra diversi organismi, tra differenti realtà, tra soggetti diversi, si ha costantemente un nuovo inizio. In questo senso la persona che riconosce in sé stessa, nella natura e negli altri esseri viventi, una comune origine, non può fare a meno di concepire l’altro essere umano, come compagno di viaggio: come amico”.

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In quale modo gli spettacoli declinano il tema di quest’anno?

“Il tema dell’amicizia è sviluppato in differenti modi. Lo spettacolo inaugurale, ad esempio, è la mise en espace, interpretata da Sergio Rubini, di ‘Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano’, un testo di Éric-Emmanuel Schmitt, autore francese di numerosi testi rappresentati sia in teatro che al cinema che lo scorso anno ha partecipato al Meeting di Rimini ad un dibattito schietto e sincero riguardo l’uomo e le sue domande più profonde, come la ricerca di senso, il bisogno di felicità e giustizia. In quel frangente, chi era in sala e condivideva quell’inquietudine, non ha potuto fare a meno di sentirsi vicino e affine a quell’artista affermato, quel personaggio noto venuto da oltralpe.

Monsieur Ibrahim, oltretutto, è proprio una bellissima storia di amicizia tra un maturo bottegaio mussulmano e un ragazzino ebreo, nella Francia degli anni 50. Poi c’è il ritorno di Alessandro Preziosi che è frutto di una lunga conoscenza e stima reciproca nata oltre dieci anni fa. Alessandro darà voce ai personaggi principali del Moby Dick preparato da UFO (è urgente forzare l’orizzonte), un’associazione di giovani studenti, guidata da Emanuele Fant, scrittore, regista e altro grande amico che ha lavorato per due anni insieme a diversi maestri delle arti condividendo passioni, domande, scoperte. Ancora, la presenza di Monica Salmaso, importante interprete della musica tradizionale brasiliana, è frutto di un incontro avvenuto durante gli anni della pandemia. In una situazione assolutamente eccezionale, con l’esigenza sentita da tutti di poter continuare a vivere senza spegnersi fino a data da destinarsi, Monica lancia un podcast che immediatamente desta l’attenzione e avvia il dialogo tra migliaia di persone.

Alcuni amici in Brasile l’hanno incontrata e hanno trovato in lei non solo l’artista di talento a tutti nota, ma anche una nuova preziosa persona con cui approfondire il dialogo. Caracalla Dance Theatre è invece una importante compagnia di teatro e danza di Beirut che quest’anno interverrà al Meeting, per condividere attraverso un workshop di danza il 23 agosto ed un dialogo il giorno 25 agosto, l’importante lavoro artistico e sociale che svolge con la sua compagnia formata da oltre 50 ballerini. L’amicizia che lega da diversi anni Ivan Caracalla e la sua famiglia, al Meeting di Rimini, è una di quelle preziose relazioni che mostrano i loro frutti nel tempo”.

Quale fil rouge lega gli spettacoli?

“Come anticipato, il programma degli spettacoli coglie la provocazione del titolo del Meeting e tenta di addentrarsi nel suo significato attraverso la bellezza del gesto scenico, il percorso tracciato dal dramma del testo, il lavoro di ricerca tematizzato con gli artisti coinvolti. Così, seguendo gli accadimenti e gli spunti condivisi da una vasta trama di rapporti internazionali, ogni anno si realizza un programma vario e ricco di contaminazioni. Quest’anno, a illuminarci in questo lavoro di scoperta avremo artisti di primissimo livello come Sergio Rubini, Alessandro Preziosi, Walter Malosti, Morgan, Gabriele Lavia e tanti altri. Il pubblico che interviene al Meeting ha così l’occasione di avvicinarsi al tema posto come provocazione dell’edizione, attraverso i dibattiti, le mostre, gli spettacoli e anche grazie al villaggio ragazzi, all’area sport e i tanti spazi ristorativi dove incontrarsi e trascorrere del tempo insieme. Perché l’unicità del Meeting è proprio la coesistenza di differenti linguaggi, tematiche e appuntamenti che lo rendono attraente per ragazzi, bambini, adulti, famiglie”.

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Gaber, Jannacci, Testori: come coniugavano l’amicizia nei loro spettacoli?

“Il Meeting ha avuto l’onore di avere come ospiti e amici tutti e tre questi grandi personaggi che hanno lasciato in eredità delle opere straordinarie, molto profonde e significative. Tutti milanesi, erano inoltre accomunati da un tormento interiore che li ha portati a vivere senza adagiarsi, senza prendere le distanze dalla realtà che ferisce e destabilizza. Anzi, tutti e tre si sono tuffati senza riserve nell’agone della vita quotidiana, fatta di lavoro, di rapporti, di scelte e progetti che sporcano le mani, coinvolgono i sentimenti e fanno nascere relazioni.

Le loro opere, in forma assai differente, ovviamente per Testori, parlano di questa ricerca di senso e di questo affetto per le altre persone, una preferenza per gli ultimi, spesso dimenticati. Quest’anno ci saranno dal 20 al 25 agosto a Rimini, diversi appuntamenti dove poter riascoltare il teatro canzone di Gaber, approfondire la conoscenza di Giovanni Testori attraverso lo spettacolo di Walter Malosti e riascoltare le canzoni di Enzo eseguite dal figlio Paolo Jannacci. Quella con Enzo è stata una storia molto bella che testimonia come si possa diventare compagni di cammino con le persone teoricamente più distanti e inaspettate”.

Il Meeting omaggia Adriana Mascagni: in quale modo il canto può far nascere l’amicizia?

“Beh, la cosa migliore mi sembra poter riportare le parole che la stessa Adriana Mascagni disse nel 2001 parlando del canto: ‘E’ la voce del Mistero. E’ il Mistero in persona che canta. C’è già il canto. Quello che spetta a noi è l’incanto che ci suscita e dipende dalla capacità di ascoltare questo canto e ridirlo a tutti, interpretare; cantare è ascoltare. Incontrare il Mistero, incontrare l’Altro, ogni incontro con ogni altro che è segno di quell’Altro, è canto. Questo è ciò che mi affascina del canto’. Adriana, scomparsa il 22 dicembre scorso, è stata cantante e autrice. Per 25 anni ha diretto il coro di Gioventù Studentesca di Milano. Il 22 agosto, con ‘Il coro canta Adriana’, il Meeting la ricorderà con uno spettacolo speciale, un concerto che rappresenta il suo modo di intendere la musica Lei non considerava “sue” le canzoni che componeva, ma di tutti, perché il cantare insieme con un perché è il vertice più alto dell’amicizia.