Monaco , sabato, 19. agosto, 2023 12:30 (ACI Stampa).
Nel cuore pulsante del cattolicesimo che è Roma, l'arcivescovo Georg Gänswein è stato un tempo uno stretto collaboratore del Papa emerito Benedetto XVI. Martedì scorso, l'ex Prefetto della Casa Pontificia si è ritrovato a cercare conforto in una frazione bavarese, Maria Vesperbild, che di solito vanta solo 34 abitanti.
Eppure, in occasione della festa dell'Assunzione di Maria, questo tranquillo villaggio del distretto svevo della Baviera si è trasformato, attirando diverse centinaia di pellegrini, tutti desiderosi di assistere al ritorno dell'Arcivescovo agli occhi del pubblico.
Il contrasto era netto: dalla grandezza dei corridoi vaticani alla serena semplicità di un santuario rurale dedicato alla Madonna. Ma è qui, tra le dolci colline boscose e i devoti pellegrini, che la voce di Gänswein risuona con una chiarezza struggente, richiamando l'attenzione sul significato della giornata.
"Possiamo solo essere grati alla Madre Chiesa per essersi astenuta dall'addomesticare o dall'attenuare la fede, preferendo esporsi al ridicolo e all'incomprensione piuttosto che finire per essere una cosa furba e indifferente con cui nessuno sarà in disaccordo ma che nessuno celebrerà più", ha detto il prelato.
Parlando pubblicamente per la prima volta da quando ha lasciato Roma dopo la morte di Benedetto, Gänswein ha chiarito in modo disarmante di non essere estraneo alle turbolenze emotive e alla desolazione.