Idoneità e sagacia, “contro le raccomandazioni e le tangenti” e anche “risposta umana alla grazia divina”.
S come spiritualità e umanità. Spiritualità “colonna portante di qualsiasi servizio nella Chiesa e nella vita cristiana” e l’umanità “che ci rende diversi dalle macchine e dai robot che non sentono e non si commuovono”. E aggiunge: “Spiritualità e umanità, pur essendo qualità innate, tuttavia sono potenzialità da realizzare interamente, da raggiungere continuamente e da dimostrare quotidianamente”.
E si arriva alla e: esemplarità e fedeltà, “per evitare gli scandali che feriscono le anime e minacciano la credibilità della nostra testimonianza” e “fedeltà alla nostra consacrazione, alla nostra vocazione”.
Per la r il Papa sceglie “razionalità e amabilità” per “evitare gli eccessi emotivi” e “per evitare gli eccessi della burocrazia e delle programmazioni e pianificazioni” e aggiunge : “ogni eccesso è indice di qualche squilibrio”
E alla lettera i il Papa mette “ innocuità e determinazione” per essere “cauti nel giudizio, capaci di astenerci da azioni impulsive e affrettate” e “la determinazione è l’agire con volontà risoluta, con visione chiara e con obbedienza a Dio, e solo per la legge suprema della salus animarum”.
Alla c il Papa mette “carità e verità. Due virtù indissolubili dell’esistenza cristiana”. La o ricorda al Papa “onestà e maturità”. E dice il Papa “chi è onesto non agisce rettamente soltanto sotto lo sguardo del sorvegliante o del superiore; l’onesto non teme di essere sorpreso, perché non inganna mai colui che si fida di lui”. E poi si arriva alla r di “rispetto e umiltà”. Rispetto “delle persone che cercano sempre di avere giusta considerazione degli altri, del proprio ruolo, dei superiori e dei subordinati, dalle pratiche, delle carte, del segreto e della riservatezza” . E “l’umiltà invece è la virtù dei santi e delle persone piene di Dio, che più crescono nell’importanza più cresce in loro la consapevolezza di essere nulla e di non poter fare nulla senza la grazia di Dio.”
Alla d il Papa sceglie la parola “Doviziosità” : “Più abbiamo fiducia in Dio e nella sua provvidenza più siamo doviziosi di anima e più siamo aperti nel dare, sapendo che più si dà più si riceve”.
Impavidità e prontezza indicano la lettera i. “ Essere impavido significa non lasciarsi impaurire di fronte alle difficoltà” ed “essere pronto vuol dire essere sempre in cammino, senza mai farsi appesantire accumulando cose inutili e chiudendosi nei propri progetti, e senza farsi dominare dall’ambizione”.
Infine la a : “affidabilità e sobrietà”. É affidabile chi “ irradia intorno a sé un senso di tranquillità perché non tradisce mai la fiducia che gli è stata accordata”. E la sobrietà “è uno stile di vita che indica il primato dell’altro come principio gerarchico ed esprime l’esistenza come premura e servizio verso gli altri”.
Il Papa conclude il suo discorso con una citazione di Ermes Ronchi. “Misericordia: scandalo per la giustizia, follia per l’intelligenza, consolazione per noi debitori. Il debito di esistere, il debito di essere amati si paga solo con la misericordia”.
E con una preghiera “che viene comunemente attribuita al Beato Oscar Arnulfo Romero, ma che fu pronunciata per la prima volta dal Cardinale John Dearden”.
Ecco il testo integrale:
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Ogni tanto ci aiuta il fare un passo indietro e vedere da lontano.
Il Regno non è solo oltre i nostri sforzi, è anche oltre le nostre visioni.
Nella nostra vita riusciamo a compiere solo una piccola parte
di quella meravigliosa impresa che è l’opera di Dio.
Niente di ciò che noi facciamo è completo.
Che è come dire che il Regno sta più in là di noi stessi.