Città del Vaticano , mercoledì, 4. marzo, 2015 11:15 (ACI Stampa).
"Se non impariamo a trattare bene gli anziani saremo trattati allo stesso modo". Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell'udienza generale in Piazza San Pietro dedicata proprio alla figura dell'anziano.
Il Papa ha raccontato alcuni aneddoti, tra i quali quello di un uomo che aveva deciso di far mangiare in una tavola separata il proprio padre, poichè non più in grado di nutrirsi senza sporcarsi. "Questo giovane padre una volta - ha raccontato il Pontefice - è tornato a casa e ha trovato il figlio che lavorava con legno, martello e chiodi. Che stai facendo? Gli ha chiesto. Un tavolo, ha risposto il figlio. E perché? Per avere un tavolo quando sarai anziano e potrai mangiare lì. I bambini hanno più coscienza di noi".
"Ricordo - ha raccontato ancora Papa Bergoglio - quando nel mio ministero a Buenos Aires visitavo le case di riposo e tante volte ho sentito questo: lei ha figli? E i suoi figli stanno bene, e quanti ne ha? Tanti. E vengono a visitarla? Sì, sempre. E quando l’ultima volta?. Ricorda una signora, specialmente: per Natale. Eravamo in agosto, otto mesi senza essere visitati dai figli, otto mesi abbandonato, questo si chiama peccato mortale!".
Secondo Francesco una civiltà è degna di quel nome solo "se c’è attenzione per l’anziano, se c’è posto per lui: questa società andrà avanti perchè sa rispettare la saggezza, la sapienza. Ma se per gli anziani non c’è posto, se sono scartati, perchè creano problemi, questa società porta con sè il virus della morte". "E’ un peccato mortale - ha aggiunto - scartare gli anziani. L’anziano non è un alieno, l’anziano siamo noi. Bisogna risvegliare il senso collettivo di gratitudine e di ospitalità verso gli anziani".
"La Chiesa - è stato il monito del Papa -non può e non vuole conformarsi ad una mentalità di insofferenza, e tanto meno di indifferenza e di disprezzo, nei confronti della vecchiaia. Grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la società non si è allargata alla vita! Il numero degli anziani si è moltiplicato, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fare posto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e la loro dignità. Finché siamo giovani, siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come se fosse una malattia da tenere lontana; quando poi diventiamo anziani, specialmente se siamo poveri, malati e soli, sperimentiamo le lacune di una società programmata sull’efficienza, che conseguentemente ignora gli anziani".