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GMG Lisbona 2023. Casa Italia riapre le porte ai pellegrini italiani.

Don Michele Falabretti ci racconta le novità del 2023

Don MIchele Falabretti con Papa Francesco |  | Diocesi di Bergamo Don MIchele Falabretti con Papa Francesco | | Diocesi di Bergamo

Da diversi anni Casa Italia accoglie i pellegrini italiani, per aiutarli con la documentazione, fornire ristoro dopo il lungo viaggio, o semplicemente si offre come luogo di incontro e fraternità per ogni italiano che ne avesse bisogno. 

Quest’anno, in occasione della XXXVII GMG a Lisbona, Casa Italia avrà luogo nella scuola delle suore dorotee, a soli 7 minuti a piedi dalla Colina do Encontro (Parco Edoardo VII), il quale ospiterà i principali eventi di questa GMG.

I primi giovani italiani sono già atterrati a Lisbona e noi siamo andati proprio a Casa Italia per parlare con Padre Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile.

Cos’è Casa Italia? 

Storicamente i pellegrini italiani sono sempre stati un gruppo molto numeroso e ovviamente non possiamo muoverci dall’Italia senza avere un punto di riferimento. Le prime esperienze in Casa Italia risalgono a Roma (2000) e Polonia (2005), ed era solo un punto di riferimento per chi aveva bisogno di risolvere problemi burocratici. Tutt’ora Casa Italia ha questa funzione di fare da tramite con il comune, ma nel tempo, abbiamo deciso di aprire la Casa per accogliere anche i giovani.

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Come punto di riferimento offre anche alcuni servizi e tra questi c’è la possibilità di sedersi, di stare all’ombra, ma soprattutto offre l’opportunità di incontrarsi tra giovani, ragazzi e ragazze di diverse diocesi, mentre i loro responsabili si recano nella segreteria per sistemare i documenti. 

Sarà presente anche l’ambasciata italiana, in caso qualcuno avesse problemi con i documenti. 

Qual è il messaggio che la Pastorale giovanile italiana vuole trasmettere ai giovani in questa GMG?

Un aspetto interessante della Pastorale Giovanile Italiana è che essa non promuove un unico messaggio univoco per tutti i giovani. Questo perché i cammini e le esperienze che porteranno i giovani alla loro crescita spirituale e personale sono influenzati dalle tradizioni e dalle peculiarità delle diverse diocesi e territori. Questa diversità di approcci è diventata una ricchezza per la Pastorale Giovanile Italiana, consentendo ai giovani di incontrare il messaggio cristiano in modi unici e significativi per ciascuno di loro.

L'Ufficio nazionale della Pastorale Giovanile Italiana ha comunque svolto un ruolo fondamentale nel fornire spunti e linee guida per le iniziative a livello locale. Ha basato i suoi interventi su temi profondi, come il messaggio del Papa, il Vangelo della Visitazione e la figura di Maria, cercando di collegarli alle esperienze dei giovani. Inoltre, sono stati dati spunti ispirati dalla città di Lisbona e dal tema del pellegrinaggio, un modo per rafforzare la consapevolezza che la vita è un viaggio e un cammino verso la maturità spirituale.

Che consiglio può dare ai giovani, nel trambusto che affatica la nostra vita moderna, per vivere al meglio spiritualmente questa GMG?

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Guardando da un certo punto di vista, è affascinante notare come le nuove generazioni si stiano aprendo a dimensioni di spiritualità in modo nuovo e diverso. Questa constatazione mi stupisce, poiché personalmente non mi sarei mai aspettato una tale apertura e interesse verso il mondo dello spirito. Ma è un cambiamento positivo, e mi fa riflettere sulla fatica e sul rumore che spesso occupano la nostra vita moderna.

Consiglierei ai giovani di lasciarsi trasportare da questa esperienza. Di permettersi di essere attraversati dalle emozioni e dalle sfide che la vita presenta. È attraverso queste esperienze che si cresce e si coglie il valore delle relazioni umane autentiche.

In un periodo segnato dalla pandemia e da una crescente dipendenza dalla tecnologia, credo che sia fondamentale riscoprire il piacere di stare accanto agli altri, di camminare insieme e di fare fatica per raggiungere i nostri obiettivi. Queste esperienze possono risvegliare in noi sentimenti di appartenenza e di gratitudine, oltre a fornirci una prospettiva più equilibrata sulla vita.