Città del Vaticano , giovedì, 20. luglio, 2023 10:00 (ACI Stampa).
Ovviamente, e soprattutto in visa del Giubileo molto furono le opere di recupero dell chied di Roma. La più importante fu l’opera di ricostruzione della basilica di San Paolo dopo l’incendio che l’aveva devastata.
Poi nelle basiliche che dovevano essere preparate al grande afflusso di pellegrini. Ma anche alle chiese meno famose ma sempre meta di pellegrini e piene di attività.
Come ad esempio San Giorgio in Velabro. Sfogliando il contributo di Carlo Benveduti e Maurizio Caperna nel Quaderno del Consiglio regionale delle Marche dedicato al Giubileo di Leone XII si legge che “nell’agosto del 1823, l’Adunanza dei giovani di Santa Maria del Pianto, cui erano stati affidati la chiesa e il convento fin dal 1819, avvia urgenti lavori di riparazione, con il patrocinio anche del canonico Antonio Santelli”. A marzo del 1824 è pronta la nuova facciata al di sopra del portico. Nel 1827 s’inizia la sistemazione stradale nei pressi della chiesa e la liberazione dai depositi a ridosso dell’Arco di Giano. Ma malgrado tali lavori, già nel 1829 la funzione religiosa dell’edificio è dismessa e il luogo diventa incomprensibilmente per oggi, una cantina.
Ci sono poi dei lasciti di importanti ecclesiastici che permettono il restauro di alcune chiese. come Santa Maria della Consolazione: “Il lascito testamentario del cardinale Ercole Consalvi, morto nel 1824, permette di realizzare il secondo ordine della facciata. Progettato dall’architetto Pasquale Belli, l’intervento si realizza nel 1827”.
A Santa Maria Maggiore il Capitolo presenta la necessità di provvedere al restauro dei mosaici. Michael Koch è ispettore dei lavori, la direzione viene affidata a Vincenzo Camuccini; mentre esecutori sono i mosaicisti Gaetano Ruspi e Nicola Roccheggiani. Spiegano Carlo Benveduti e Maurizio Caperna: “ Già entro la fine dell’anno vengono ripuliti, assicurati con grappe metalliche e reintegrati nelle lacune i mosaici della loggia delle benedizioni, quelli delle pareti laterali della navata maggiore, dell’arco trionfale e dell’abside. L’intervento, tuttavia, comprende anche altre operazioni. Si provvede infatti alla doratura del soffitto a cassettoni e alla pulitura della pavimentazione marmorea. Le colonne dell’altare maggiore vengono ornate con l’aggiunta di tralci di palma cesellati in bronzo”.