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Morte del vescovo Bettazzi, il cordoglio di Papa Francesco

Telegramma del Papa a firma del Segretario di Stato per ricordare l'ultimo padre conciliare vivente

Vescovo Luigi Bettazzi | Il vescovo Luigi Bettazzi | Vatican News Vescovo Luigi Bettazzi | Il vescovo Luigi Bettazzi | Vatican News

Per la morte dell’ultimo padre conciliare vivente, il vescovo Luigi Bettazzi, scomparso a 99 anni, il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, invia un telegramma a nome di Papa Francesco, ricordando il presule “così tanto amato e apprezzato da coloro che ha incontrato nel suo lungo e fecondo ministero”.

Il Papa lo ricorda – prosegue Parolin – “quale grande appassionato del Vangelo che si è distinto per la vicinanza ai poveri diventando segno profetico di giustizia e di pace in tempi particlari della storia della Chiesa”.

Il telegramma descrive il vescovo Bettazzi anche come “uomo di dialogo e punto di riferimento per numerosi esponenti della vita pubblica e politica italiana”, e lo definisce “intrepido testimone del concilio”.

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, ha fatto sapere di essere spiacente di non essere presente, e ha ricordato che Bettazzi “è stato un Vescovo del Concilio Vaticano II. Non è mai entrato, né prima né dopo, nella folta schiera dei profeti di sventura, coloro che “non senza offesa” al successore di Pietro preferivano e preferiscono continuare ad usare le armi del rigore credendole indispensabili per difendere la verità e evocando improbabili periodi passati senza imparare dalla storia”.

E ancora, “era libero perché amava Dio e la Chiesa. Cercava il dialogo non perché ambiguo, facile, ma proprio perché convinto della propria identità, senza ossessioni difensive che vedono il nemico dove non c’è e non lo riconoscono dove, invece, si annida. Ascoltava per rispondere e non parlare sopra. Comunicava la gioia di essere cristiano e annunciava la chiamata a tutti ad esserlo. Amabile, instancabile, gentile ma per niente affettato, scomodo, ironico, colto senza mai essere supponente, parlava della Chiesa e dei poveri perché la Chiesa è di tutti, ma specialmente dei poveri”. Il cardinale Zuppi ha anche detto che Bettazzi aveva puntato prima di tutto sui laici, fin dagli anni Sessanta.

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