Norcia , martedì, 11. luglio, 2023 16:00 (ACI Stampa).
San Benedetto e gli eremi, binomio inscindibile. Molto spesso, nel corso della storia della Chiesa e dell’agiografia dei santi, sono proprio i santi “a fare” i luoghi e viceversa. Basterebbe stilare un elenco al volo d’angelo per rendersene conto: Assisi e San Francesco; il monte del Gran Sasso e San Gabriele dell’Addolorata; San Pio da Pietrelcina e San Giovanni Rotondo.
La lista sarebbe ancor più lunga per questi luoghi che parlano di santi e delle loro opere. San Benedetto nasce a Norcia ma il suo nome sarà legato a Subiaco: è qui, infatti, che il santo divenne il fondatore del Monachesimo occidentale. Ci troviamo nella Valle dell’Aniene dove il nome di San Benedetto, a distanza di secoli, riecheggia forte, spinto da racconti e da affascinanti leggende. Fra ciò che rimane del proliferare di luoghi legati al santo in questo lembo di terra è importante ricordare due alcuni luoghi soprattutto: il Monastero di Santa Scolastica e il Sacro Speco dove il Santo si rifugiò, in solitudine, per tre anni. Luoghi di culto meravigliosi, incantevoli, che sono stati oggetti però di alcune modifiche (strutturali o artistiche) legate al succedersi dei secoli.
La parete rocciosa del Monte Taleo, in prossimità di Subiaco, si scaglia verso il cielo: qui si erge uno dei più noti santuari al mondo; è il Santuario del Sacro Speco che da quasi mille anni rappresenta uno dei luoghi più significativi della spiritualità benedettina, la culla del Monachesimo occidentale e - in un senso ancor più vasto - della stessa Europa. Qui vi è la grotta in cui tutto è cominciato all’inizio del VI secolo quando il giovanissimo San Benedetto da Norcia visse qui da eremita, seguendo l’esempio dei padri anacoreti.
La grotta, piccolissima, è di dimensioni davvero ridotte: ampia cinque metri per quattro, alta due metri e mezzo. Sul fondo, un piccolissimo altare scavato in un masso; a sinistra dell'ingresso, piccolo foro che funge da finestra. La grotta è divenuta luogo di culto quasi subito dopo la presenza del santo: le più antiche testimonianze artistiche risalgono all’VIII secolo. Nella grotta spicca un’opera (datata tra il 1670 e il 1683): ritrae San Francesco d'Assisi che riceve le Stimmate, opera del pittore sabino Antonio Rosati. L’inizio dell'evoluzione architettonica di questo luogo partirà dalla seconda metà dell’XI secolo, dando vita all'immagine che ogni pellegrino trova oggi, venendo in questo sito.