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Gugerotti in Bielorussia, la cronaca del viaggio

Il prossimo cardinale è stato inviato di Papa Francesco in Bielorussia, dove è stato nunzio, per le celebrazioni del 25esimo della Madonna di Budslau

Gugerotti a Budslau | L'arrivo dell'arcivescovo Gugerotti a Budslau, in Bielorussia | AgenSIR Gugerotti a Budslau | L'arrivo dell'arcivescovo Gugerotti a Budslau, in Bielorussia | AgenSIR

Non sapeva ancora che sarebbe stato creato cardinale il prossimo 30 settembre, ma l’arcivescovo Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero delle Chiese Orientali, in Bielorussia è amato proprio come un porporato. Ed è forse per questo suo legame particolare con quella terra di cui è stato nunzio che Papa Francesco lo ha scelto come suo inviato per il 25esimo anniversario dell’incoronazione dell’icona miracolosa della Madonna di Budslau.

Quando era nunzio, l’arcivescovo Gugerotti andava anche in pellegrinaggio a Budslau. Lo scorso 1 luglio, ha celebrato una Messa solenne nel santuario di Budslau, dove era entrato come pellegrino il 30 giugno. Era arrivato in Bielorussia il 28 giugno, e si era subito incontrato con i vescovo cattolici di Bielorussia.

Quando è arrivato l’1 luglio, insieme all’arcivescovo Ante Jozić, nunzio apostolico, e dal suo Segretario particolare, Padre Emmanuel Sabadakh, O.F.M., è stato accolto dai vescovi, dal parroco di Budslau e da una famiglia della parrocchia, e ha incontrato l’incontro con le autorità statali della Bielorussia, con le quali sono state discusse le questioni della ricostruzione del santuario dopo l’incendio che avvenne due anni fa nel santuario.

Nella sua omelia, l’arcivescovo Gugerotti ha ricordato che l’icona era stata incoronata per volontà di Giovanni Paolo II dal cardinale Kazimierz Swiatek, un uomo  "che la Chiesa non dimenticherà perché è stato un uomo di fede, perché non ha mai perso la speranza anche quando è stato mandato in prigione e che il Santo Padre Giovanni Paolo II volle addirittura Cardinale della Santa Chiesa”.

Portando il saluto del Papa, Gugerotti ha chiesto anche preghiere per Francesco. L’arcivescovo ha raccontato anche che, quando era nunzio apostolico, aveva portato a Papa Francesco la lettera di una anziana signora che non camminava bene, la ha fatta tradurre e ha fatto una foto al Papa di lei che la leggeva, che ha subito voluto scrivere un bigliettino. Poi ha voluto scriverlo in bielorusso, se lo è fatto tradurre e lo ha mandato a Minsk. È arrivato dopo venti giorni, e lui lo ha portato alla signora che ha detto: “Ma perché io devo avere questo onore? È vero che per 30 anni io sono andata a fare i chilometri ogni domenica per insegnare il catechismo ai bambini. So bene che potevano ammazzarmi. Ma quante donne hanno fatto la stessa cosa che ho fatto io!”

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La signora si chiamava Yadviga Pasternak, e ogni volta il Papa chiedeva di lei, anche quando Gugerotti era stato trasferito in Ucraina e poi Gran Bretagna. E, quando poi il Papa lo ha nominato alle Chiese Orientali, gli ha detto che dal cielo questa donna lo avrebbe protetto.

“Adesso – ha detto Gugerotti - sapete perché ha conosciuto il popolo bielorusso così da vicino. Capite perché negli occhi di ogni donna di questo Paese lui vede il volto di quella donna, Yadviga Pasternak. Poi mi ha chiesto: «La signora è ancora viva?» Ho detto: «Santità, non vivo più in Bielorussia, non lo so!» — «Allora, informati!» Sono andato a vedere un video che questa donna dall’ospedale, quando era già molto anziana, mi aveva mandato per Natale. E mi faceva gli auguri di Natale perché io li passassi al Papa. Ma non aveva più fiato, è riuscita a leggere solo due frasi. E ho mostrato al Papa questo video. Era un video molto toccante, molto commovente. C’era vicino una infermiera con il suo cappellone bianco alto, e ho detto: «Santità, pochi giorni dopo che lei ha mandato il messaggio, è morta». Il Papa è rimasto in silenzio per un certo tempo, e poi abbiamo ripreso il discorso”.

Gugerotti ha poi affrontato il tema dell’annuncio, e sottolineato come le mamme e le nonne del popolo bielorusso hanno una forte identità, che si rende concreta nella preparazione dei draniki, una pietanza a base di patate.

“Madre di Budslau, Regina dell’amore – ha concluso Gugerotti - sei stata una semplice fanciulla: Dio ti ha chiesto molto e Tu hai detto il Tuo «sì». Hai preparato i Tuoi draniki e hai nutrito il Figlio di Dio con questi draniki per tutto il tempo che è stato con Te. Ecco perché sono sacri, perché i draniki sono una specie di sacramento. Hai raccolto l’ultimo respiro del Tuo Figlio sotto la croce. Con gli Apostoli hai ricevuto lo Spirito Santo che ha vinto il mondo e tutte le sue miserie”.