Città del Vaticano , giovedì, 29. giugno, 2023 10:14 (ACI Stampa).
Papa Francesco presiede, come ogni anno, nella Basilica Vaticana la Messa per la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni di Roma. In questa occasione il Papa benedice i Palli, presi dalla Confessione dell’Apostolo Pietro e destinati agli Arcivescovi Metropoliti nominati nel corso dell’anno. Il Pallio verrà poi imposto a ciascun Arcivescovo Metropolita dal Rappresentante Pontificio nella rispettiva Sede Metropolitana. Fino a pochi anni fa era lo stesso Papa a imporli personalmente ai Metropoliti nel corso della celebrazione.
Sono presenti in San Pietro alcuni delegati del Patriarcato di Costantinopoli guidati da Sua Eminenza Job, Arcivescovo Metropolita di Pissidia. Una delegazione vaticana compie una visita analoga al Fanar il 30 novembre di ogni anno, Festa di Sant’Andrea Apostolo.
“Pietro – ha ricordato il Papa nell’omelia - ha vissuto nella sequela del Signore”. Pietro riconosce Gesù come Figlio del Dio vivente perchè “solo dopo aver vissuto l’affascinante avventura di seguire il Signore Pietro arriva a quella maturità spirituale che lo porta, per grazia, a una professione di fede così limpida”.
“Pietro – ha proseguito il Pontefice - ci dice che alla domanda chi è Gesù per me non basta rispondere con una formula dottrinale. È mettendoci alla sequela del Signore che impariamo ogni giorno a conoscerlo; è diventando suoi discepoli e accogliendo la sua Parola che diventiamo suoi amici e facciamo l’esperienza del suo amore che ci trasforma”.
“La sequela di Gesù – ha sottolineato Papa Francesco - non può essere rimandata; lì non si può esitare”, e dire “non sono degno è un’astuzia del diavolo, che ci ruba la fiducia nella grazia di Dio, facendoci credere che tutto dipenda dalle nostre capacità. Distaccarci dalle nostre sicurezze terrene, subito, e seguire Gesù ogni giorno: ecco la consegna che Pietro ci fa oggi, invitandoci a essere Chiesa-in-sequela. Chiesa che desidera essere discepola del Signore e umile ancella del Vangelo. Solo così sarà capace di dialogare con tutti e diventare luogo di accompagnamento, di vicinanza e di speranza per le donne e gli uomini del nostro tempo”.