Nevers , mercoledì, 28. giugno, 2023 12:30 (ACI Stampa).
Sembra essere una decisione senza precedenti, quella che ha portato Papa Francesco a trasferire due vescovi titolari in Francia all’ufficio di vescovi ausiliari. La notizia, passata quasi inosservata nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede lo scorso 26 giugno, è invece l’ennesimo campanello di allarme sulla situazione dei sacerdoti e dei vescovi in Francia. Tra errori di governance e pressioni dell’opinione pubblica, tra difficoltà nell’essere cristiani in una società scristianizzata e il dramma di non riuscire a dare testimonianza, molti rischiano il burn out, ovvero l’esaurimento nervoso.
È quello che è successo a Thierry Brac del Perrière, vescovo di Nevers, e a Jean-Pierre Batut, vescovo della diocesi di Blois. Il primo, è stato trasferito all’incarico di ausiliare di Lione, il secondo servirà come ausiliare di Toulouse.
In nessuno dei due casi si è trattato di una rinuncia totale o anticipata, come quella del vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri, che poi il Papa ha incluso tra i membri del Dicastero per l’Educazione e Cultura, e che dimettendosi aveva spiegato come non riuscisse più a fare davvero il lavoro del vescovo.
In particolare, il vescovo Brac de la Perriére lha delineato la situazione in una lettera già il 28 dicembre scorso, laddove il vescovo, che guidava la diocesi di Nevers, città dove visse Santa Bernadette Soubirous e che ne custodisce le spoglie, faceva sapere di aver chiesto al Papa “un tempo di riposo sabbatico e rinnovamento di circa sei mesi”, per “riprendere fiato nella missione ricevuta dal Signore”. Era un modo di prevenire proprio l’esaurimento nervoso.
In fondo, nel 2020 in Francia quattro sacerdoti si suicidarono. Si fece una inchiesta, e si noto che il 2 per cento dei sacerdoti era esposto al burn out, faceva un consumo significativo di alcool e aveva una certa esposizione agli stati depressivi.