Roma , giovedì, 15. giugno, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Intervenendo agli Stati generali della Natalità Papa Francesco aveva sottolineato la preoccupazione per le poche nascite,sintomo per il futuro di ogni Nazione: “Oggi mettere al mondo dei figli viene percepito come un’impresa a carico delle famiglie. E questo, purtroppo, condiziona la mentalità delle giovani generazioni, che crescono nell’incertezza, se non nella disillusione e nella paura. Vivono un clima sociale in cui metter su famiglia si è trasformato in uno sforzo titanico, anziché essere un valore condiviso che tutti riconoscono e sostengono”.
Una preoccupazione serie, emersa dai dati dell’Istat, che ha evidenziato che i dati sulle nascite sono in diminuzione. Tali dati preoccupano anche il neo presidente del Forum delle Famiglie, Adriano Bordignon, direttore del Consultorio del Centro della Famiglia di Treviso, a cui ho chiesto di spiegarci il problema:
“Istat ci racconta anno dopo anno la storia del declino di un Paese che non sta investendo su giovani e futuro. Nel 2022 siamo scesi per la prima volta sotto i 400.000 nati e le prospettive, se non si cambia marcia e non si cambia rotta sono quelle di uno spegnimento. In Italia mettere al mondo un figlio è una sfida più complessa e più impervia che in altri Paesi. Da noi c’è il più alto spread tra figli desiderati e figli effettivamente nati. Stiamo spegnendo la carica propulsiva di intere generazioni”.
In Italia esiste una politica per la famiglia?
“L’Italia è stata lungamente priva di politiche familiari. Oggi abbiamo iniziato timidamente ad attivare un percorso significativo con l’Assegno Unico. Ma la misura è troppo poco generosa, è troppo complessa e non è completamente universale. Dobbiamo sicuramente semplificarla e renderla più ricca per avvicinarci ai modelli francese e tedesco”.