Tolentino , giovedì, 8. giugno, 2023 14:00 (ACI Stampa).
La solennità del Corpus Domini chiude il ciclo delle feste del periodo post pasquale e celebra il mistero dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena. La ricorrenza è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava.
Per comprendere meglio la grandezza della festa, abbiamo incontrato a Tolentino il sindonologo, dott. Fabio Quadrini, a cui abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui la Chiesa celebra la festa del Corpus Domini: “La festa del Corpus Domini è inseparabile dal Giovedì Santo, dalla Messa ‘In Coena Domini’, nella quale si celebra solennemente l’istituzione dell’Eucaristia: ‘Mentre nella sera del Giovedì Santo si rivive il mistero di Cristo che si offre a noi nel pane spezzato e nel vino versato, oggi, nella ricorrenza del Corpus Domini, questo stesso mistero viene proposto all’adorazione e alla meditazione del Popolo di Dio, e il Santissimo Sacramento viene portato in processione per le vie delle città e dei villaggi, per manifestare che Cristo risorto cammina in mezzo a noi e ci guida verso il Regno dei cieli’, così, papa Benedetto XVI, iniziava la sua omelia, in occasione della Solennità del Corpus Domini il 23 giugno 2011.
Ecco, in qualità di studioso ed esperto della Sindone, questo incipit è spunto che ci porta ad una profonda meditazione proprio sul Sacro Telo. La Sindone, infatti, riesce a parlare anche di Giovedì Santo. Pensiamo, dunque, al Giovedì Santo e pensiamo all’istituzione dell’Eucaristia, e, ancor più nello specifico, pensiamo al pane. In quel Giovedì, all’interno di quel Cenacolo di Gerusalemme, Gesù non solo ha offerto un pane materiale, ma si è fatto egli stesso Pane.
Gesù, infatti è il Pane donato, è il Pane donatosi, per la Salvezza del mondo. Ebbene, è usanza per gli Ebrei coprire il pane con un panno, panno che si chiama mappàh (e, comunque, credo di non dire una cosa strana anche per la nostra esperienza. Infatti, chi fa il pane a casa, conosce e usa questa pratica. Invero, affinché la massa possa raggiungere una completa lievitazione, questa la si copre proprio con un panno). Bene: gli Ebrei, dunque, per coprire il pane usano un panno detto, appunto, mappàh. Ecco. E’ interessante scrutare la Sindone: proprio come una mappàh, proprio come il panno che ha coperto il ‘Pane della Vita’; come il panno che ha coperto il ‘Pane diventato Vita’; il panno che ha coperto il Pane ‘lievitato’ nella Gloria della Risurrezione”.
Per quale motivo Gesù ha dato il Suo corpo ed il Suo sangue al ‘piano superiore’?