Roma , venerdì, 2. giugno, 2023 18:00 (ACI Stampa).
Caterina la conoscono tutti a Siena, e ben presto la conosceranno in tutta Italia e in Europa. Siamo nel Trecento e sono tempi turbolenti, davvero difficili, anche la Chiesa attraverserà una delle crisi più profonde della sua lunga storia: basti ricordare la famosa “cattività di Avignone”, con l’inconcepibile scelta di trasferire ll governo vaticano, e in primis la stessa persona del Pontefice, ad Avignone, sotto la “protezione” del re di Francia. Eppure, in questi tempi difficili, pieni di calamità e di sciagure, certamente non escluse guerre, carestie, epidemie, ecco brillare la luce di uomini e donne che illuminano la vita di tutti coloro che sono vicini e anche di coloro che sono lontani ma in qualche modo ne vengono in contatto.
Ed è questo il caso di Caterina da Siena, che universalmente è conosciuta anche perché proclamata patrona d’Italia, insieme a san Francesco. In generale abbiamo imparato a conoscerla grazie a molte biografie che la raccontano e che spesso intrecciano alla verità storica a vicende ammantate di una aura leggendaria, attraverso episodi che abbondano del “meraviglioso”, che fa così intimamente parte dello spirito del tempo. Però sinceramente quanto possiamo dire di conoscere realmente della vita e delle esperienze di Caterina? Non era una persona molto più umana e comprensibile di quanto ce l’hanno dipinta per molto tempo? Le Edizioni San Paolo hanno lanciato un’iniziativa editoriale interessante in questo senso, pubblicando un volume che raccoglie le testimonianze più antiche, quelle dei suoi discepoli più intimi, che la raccontano diversamente: una donna che possiede un carisma immenso, ma è anche fragile; solenne ma anche ilare; sapiente ma anche umile. I testi raccolti da don Angelo Belloni, alcuni mai tradotti in italiano corrente prima, letti in sequenza permettono di comporre una sintesi dei momenti principali della vita della santa, fornendo nuove e originali informazioni per un pubblico vasto, certamente non solo di esperti e di studiosi, per intraprendere un viaggio ideale alla scoperta di un’anima del tutto fuori dagli schemi ma anche umanissima, molto più vicina alla nostra dimensione di quanto non potremmo mai immaginare; con quel tocco miracoloso capace di scalfire i cuori più cinici e farne fedeli servitori della Chiesa.
Il fatto che questi testi siano quelli composti quasi contemporaneamente alla presenza di Caterina o subito dopo la sua morte danno l’idea di una “presa in diretta” per così dire a quanto accadeva intorno a lei. Che nasce a Siena nel 1347, in una famiglia umile e molto numerosa. Fin da ragazzina rivela idee chiare sulle sue scelte di vita: vuole consacrarsi a Dio. E su questa vocazione precocissima e tenace fioriscono storie presto diventate agiografiche, e anche nel volume che presentiamo, si racconta la nota vicenda di lei che, essendo molto bella, con lunghi capelli dorati, i genitori sperano in un buon matrimonio, decide di tagliarsi le chiome, dichiarando con questo gesto l’intenzione di non voler cedere al desiderio dei familiari. A furia di dispute, litigi, punizioni, preghiere e suppliche, Caterina ottiene di portare l’abito domenicano del Terz’Ordine, ossia delle mantellate laiche. E comincia la sua avventura terrena nel nome della fede¸il suo nome diventa rapidamente così celebre e venerato, che da ogni parte le vengono portati malati e persone sofferenti nel corpo e nell’anima, che lei conforta e sostiene. Fioriscono i racconti sulla eccezionalità delle sue esperienze: una domenica si trova a Pisa, durante la santa messa, dopo aver ricevuto l’eucaristia vede il Signore crocifisso accostarsi a lei in una grande luce e cinque raggi partire dalle ferite del corpo divino per raggiungere in cinque punti il suo corpo. Comprendendo subito il misterioso significato di quella visione, Caterina prega il Signore di non far apparire le ferite. Subito i raggi trasformano il loro colore sanguigno in uno splendore meraviglioso, e raggiungono sotto forma di luce purissima le mani, i piedi e il cuore di Caterina, provocandole un dolore sensibile e intenso.
Sorprendente è un’altra questione: Caterina è un’illetterata, analfabeta, il suo segretario, di cui nel libro si trova appunto la nota biografica sulla santa, scrive le lettere che lei spedisce in tutta Europa, per rispondere a complesse questioni dottrinali, che le vengono sottoposte da eminenti teologi. Il suo impegno si rivolge anche alle continue dispute, l’odio personale e quello politico: per ottenere la pace ai fiorentini – colpiti da interdetto ecclesiastico per opposizione alla Sede Apostolica – decide di andare personalmente ad Avignone presso papa Gregorio XI. E il Pontefice, anche per l’intervento di Caterina, prende la decisione di tornare a Roma, una decisione mantenuta. Lo stesso Gregorio e il suo successore Urbano VI hanno una tale stima di Caterina tanto da affidarle ripetute ambasciate. Impegnata sempre nella ricerca della pace del popolo cristiano e decisa a percorrere la strada, tortuosa e spesso bloccata, dell’unità della Chiesa. Muore nel 1380, a soli 33 anni di età, già in odore di santità; infatti viene canonizzata da papa Pio II nel 1461. Nel 1939, per iniziativa di Pio XII, avviene la proclamazione a patrona principale d’Italia. Per la sapienza di dottrina che i suoi scritti chiaramente contengono Paolo VI nel 1970 la fa annoverare tra i dottori della Chiesa e nel 1999 Giovanni Paolo II la dichiara compatrona d’Europa. Una storia grandiosa, ma di lei, soprattutto dopo la lettura di questi scritti, rimare davanti agli occhi e nel cuore l’immagine di una donna fragile e forte allo stesso tempo, amante della vita ma allo stesso tempo capace di vedere le cose dalla distanza delle stelle.