Ulanbator , venerdì, 2. giugno, 2023 10:00 (ACI Stampa).
La morte improvvisa del vicario generale della prefettura apostolica di Ulan Bator ha lasciato nello sconcerto la piccola comunità cattolica di Mongolia. Padre Kim Stephano Seong Hyeon, infatti, era nel Paese dal 2002, punto di riferimento per tutti, che tra l’altro lavorava ai preparativi di una annunciata visita del Papa, che si pensava fosse a settembre e che invece dovrebbe avere luogo già alla fine di agosto.
Padre Kim aveva 55 anni ed è morto di attacco cardiaco. Proveniva dalla diocesi coreana di Daejeon, e in Mongolia aveva lavorato per creare la parrocchi di Sata Maria Asssunta a Khan Ulul, e aveva poi vissuto nella steppa, nell’area di Erdenesant, a circa 200 chilometri dalla capitale, vivendo in una ger (la tipica tenda mongola), muovendosi a cavallo e condividendo la vita dei pastori nomadi, molto numerosi ancora in Mongolia.
Quando nel 2020 Giorgio Marengo fu nominato vescovo di Ulan Baator (è stato creato cardinale nel Concistoro del 2022) lo volle al suo fianco come vicario, e così Kim cominciò un lavoro tra la cura dei 350 battezzati che orbitano intorno alla cattedrale di Ulan Bator, l’assistenza spirituale alla comunità coreana e la Prefettura Apostolica.
Il missionario verrà tumulato a Ulan Bator, vicino al primo vescovo della Mongolia, il filippino Wencenslao Padilla (dei missionari di Scheut).
La Chiesa cattolica mongola, nata nel 1992 in seguito alle aperture dopo 70 anni di regime comunista, conta oggi circa 1.300 fedeli. I missionari nel Paese sono 77, tra sacerdoti, religiose e laici. Il buddhismo è la religione maggioritaria in Mongolia, sebbene, in seguito ai lunghi decenni di ateismo di Stato, oltre il 30% della popolazione si dichiari tutt'ora non religiosa.