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Papa Francesco: “Il diavolo alimenta le nostre divisioni”, “lo Spirito è armonia”

Nell’omelia di Pentecoste, Papa Francesco guarda alla situazione del mondo e spiega che è lo Spirito che deve animare i nostri cuori. Animando anche il percorso sinodale

Papa Francesco, Messa di Pentecoste | Papa Francesco durante la Messa di Pentecoste, Basilica di San Pietro, 28 maggio 2023 | Daniel Ibanez / ACI Group Papa Francesco, Messa di Pentecoste | Papa Francesco durante la Messa di Pentecoste, Basilica di San Pietro, 28 maggio 2023 | Daniel Ibanez / ACI Group

Lo Spirito Santo che scende sugli apostoli a Pentecoste porta armonia. Eppure “nel mondo c’è tanta discordi, tanta divisione”, siamo “tutti collegati, eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine”. In uno scenario di guerre e divisioni, quando sembra incredibile “il male che l’uomo può commettere”, Papa Francesco mette in luce che “è lo spirito della divisione, il diavolo, il cui nome significa proprio “divisore, uno Spirito che non riusciamo contrastare senza l’aiuto dello Spirito Santo. E invita a rimettere lo Spirito Santo al centro della Chiesa, specialmente in questo cammino sinodale che serve proprio ad ascoltare la sua voce, e non va visto come un Parlamento con diritti da reclamare.

Messa di Pentecoste, il giorno in cui lo Spirito Santo scende sugli apostoli e, in pratica, li manda in missione. Papa Francesco presiede la celebrazione, ricordando che lo Spirito agisce “nel mondo che ha creato, nella Chiesa e nei nostri cuori”.

E così, lo Spirito è “creatore”, dà al mondo “armonia”, rinnova la terra “non cambiando la realtà, bensì armonizzandola. Eppure, c’è discordia nel mondo, dovuta proprio al diavolo che gode “degli antagonismi, delle ingiustizie, delle calunnie, e così di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano”.

Da qui, lo Spirito buono di Gesù, riversato al culmine della sua Pasqua per “opporsi allo spirito divisore”.

Ma lo Spirito Santo opera anche nella Chiesa, ma senza impartire istruzioni chiare e norme universali, bensì “scendendo su ciascun apostolo”, dando ad ognuno “grazie e carismi differenti”, che però non generano confusione, ma creano armonia, in un ordine “né imposto, né omologato”, non creando “una lingua uguale per tutti”, né “cancellando differenze e culture”.

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Insomma, sottolinea Papa Francesco, lo Spirito “non comincia da un progetto strutturato, come faremmo noi, che spesso poi ci disperdiamo nei nostri programmi”, ma “elargendo doni gratuiti e sovrabbondanti”. E mette ancora in luce la "tentazione dell'indietrismo" che porta a discipline "senza sostanza". 

E così, “vedere ogni fratello e sorella nella fede come parte dello stesso corpo a cui appartengo” è “lo sguardo armonioso dello Spirito”. Anche il sinodo in corso deve essere “un cammino secondo lo Spirito: non un parlamento per reclamare diritti e bisogni secondo l’agenda del mondo, non l’occasione per andare dove porta il vento, ma l’opportunità per essere docili al soffio dello Spirito”.

Senza lo Spirito Santo, spiega Papa Francesco “la Chiesa è inerte, la fede è solo una dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale solo un lavoro”. E aggiunge che si notano "dottinre fredde, che sembrano matematiche, perché ma con lo Spirito". Ma con lo Spirito “la fede è vita, l’amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce”.

Per quello, va rimesso lo Spirito al centro della Chiesa”, e “il Popolo di Dio, per essere ricolmo dello Spirito, deve dunque camminare insieme, fare sinodo. Così si rinnova l’armonia nella Chiesa: camminando insieme con lo Spirito al centro. Costruiamo armonia nella Chiesa!”

Infine, Papa Francesco nota che lo Spirito “fa armonia nei nostri cuori”, e invita a chiedersi se siamo “docili all’armonia dello Spirito” oppure perseguiamo i nostri progetti e le nostre idee “senza lasciarci plasmare, farci cambiare da lui”. Conclude Papa Francesco: “Se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito”.