Città del Vaticano , lunedì, 14. dicembre, 2015 12:30 (ACI Stampa).
Papa Francesco incontra i gruppi del Progetto Policoro della Conferenza Episcopale Italiana. E fa loro un plauso, perché sono stati “vera occasione di sviluppo locale a dimensione nazionale”, a partire dalla precisa volontà di “individuare risposte all’interrogativo esistenziale di tanti giovani che rischiano di passare dalla disoccupazione del lavoro alla disoccupazione della vita”. "Il vostro lavoro, io lo ho molto a cuore", dice il Papa.
Il Cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel breve indirizzo di saluto iniziale ricorda al Papa che il Progetto Policoro si inserisce sui binari dell'inclusione sociale chiesta dal Papa al Convegno di Firenze. Ricorda che i giovani del Progetto Policoro sono "provati dal precariato", ma che i vescovi si sono messi "al loro fianco con pazienza, fiducia e concretezza", e che i vescovi non hanno "fatto fatica a trovare interlocutori disposti a condividere il cammino. Ne sono nate iniziative di formazione culturale e gestione aziendale".
I gruppi del Progetto Policoro sono in udienza da Papa Francesco per festeggiare il loro ventennale. Nato per iniziativa di don Mario Operti, un sacerdote che negli Anni Settanta aveva rilanciato la Gioventù Operaia Cristiana e che poi era diventato responsabile nazionale della Pastorale del lavoro, il Progetto nacque dopo la Conferenza Ecclesiale di Palermo del 1995. Prende il nome dalla città di Policoro (Matera), dove i responsabili delle diocesi di Basilicata, Calabria e Puglia si incontrarono con Caritas, Pastorale Giovanile e Pastorale del Lavoro per mettere a punto un progetto che aiutasse i giovani a fare rete e uscire dalla disoccupazione. Non a caso la figura chiave del Progetto è quella dell’animatore di comunità, incaricato di fare da collegamento tra gli uffici diocesani, i giovani, le associazioni di volontariato e le istituzioni pubbliche e private. Sono più di 500 le nuove esperienze lavorative che il Progetto Policoro ha contribuito a far nascere, creando circa 4 mila posti di lavoro.
Luca Iacovone, con la moglie Agnese e i figli Francesca e Cosimo, è uno di questi animatori di comunità. È tra quelli scelti per parlare del Progetto davanti a Papa Francesco, e ricorda che gli animatori di comunità fanno “una formazione di tre anni” che li porta ad essere tessitori di rapporti, tra “giovani, filiere aziendali, imprenditori”. Racconta la sua storia, di ragazzo emigrato a Nord e tornato a Matera in Basilicata, per fare proprio l’animatore di comunità. “Ho incontrato centinaia di giovani, e ciascuno di loro ha posto a me quella domanda: cosa c’entra la Chiesa con il mio lavoro? La risposta era la mia testimonianza, la cura di una Chiesa che mi stava aiutando a crescere”. E che gli porta il primo contratto a tempo indeterminato, con la cooperativa “Il Sicomoro” nata proprio dal Progetto Policoro, che dà lavoro ad oltre 80 famiglie.
Don Alessandro, giovane sacerdote dai capelli lunghi e ricci, sottolinea che "creando rete", il Progetto Policoro ha realizzato ciò che “giù al Sud normalmente sono promesse elettorali” e si punta a coinvolgere “altre imprese in questo modo di vivere l’economia,” una economia “che non bandisce il profitto”, ma che mette al centro “le persone”, “una economia non inequa, ma civile”