Perché la massoneria è interessata ad arrivare a Roma?
Perché la massoneria vuole il potere, vuole riuscire a dominare ovunque, e perché l’unico ostacolo che incontra è rappresentato dalla chiesa cattolica. E’ una volontà di dominio che parte da lontano, radicata nella riforma protestante.
In che modo?
Basti pensare che James Anderson, l’autore della Costituzione dei Liberi Muratori, è un pastore presbiteriano. Protestantesimo e massoneria sono collegati dall’idea del libero esame promossa dal protestantesimo. L’esaltazione della libertà da Roma e dal magistero che Lutero incarna, diventa l’esaltazione della libertà dalla rivelazione propugnata dalla massoneria. La verità non è rivelata, è prodotta volta a volta dalla libera discussione nelle logge. E l’odio per Roma passa da Lutero alla Massoneria.
Si parla di uno Stato pontificio che era arretrato, fuori dal tempo…
Lo Stato pontificio era un gioiello, e a suo favore non c’è bisogno di tante parole perché bastano le pietre: le città, i villaggi, i borghi. È sufficiente un tour in Umbria, nelle Marche e nel Lazio, per comprendere come era amministrato lo Stato Pontificio. Quanti ospedali, quante chiese, cappelle, opere d’arte, fontane, oratori, conventi, opere di beneficenza, quante scuole. Quanta bellezza c’era ovunque. Quanto rispetto e amore per la vita delle persone.
Ma se era così ben organizzato, perché cadde?
Perché tutto il mondo era coalizzato contro i cattolici e il loro Stato. Non c’erano più potenze cattoliche. Il Papa non aveva più sponde. Gli Stati rimasti cattolici, lo erano nominalmente e non di fatto. E l’esercito dello Stato Pontificio era più che altro simbolico perché il Papa non aveva bisogno di difendersi essendo in Italia tutti cattolici.
Il Regno d’Italia nasce dallo sbarco di Garibaldi in Sicilia. Anche quello era un Regno ben organizzato…
Il regno delle Due Sicilie era il regno più antico, più grande, con l’esercito più forte d’Italia. Purtroppo il giovane re Francesco II era inesperto, incapace di governare e si fidava dei suoi consiglieri. Quando i Mille stavano per arrivare a Napoli, Liborio Romano, che era ministro dell’Interno, convinse Francesco II a lasciare Napoli senza combattere, per evitare la distruzione della città. Così Garibaldi poté entrare a Napoli senza alcuna resistenza, accolto dallo stesso Liborio Romano. È un episodio che racconta molto di come i Mille siano riusciti a conquistare il Regno delle Due Sicilie. Buona parte dei vertici militari era composto da massoni e corrotti. Lo sbarco dei Mille a Marsala è preparato dall’ammiraglio Carlo Pellion di Persano, che si reca in Sicilia con un fido illimitato di Cavour per corrompere i vertici militari. E così la Marina non si accorge degli sbarchi di uomini, armi e munizioni. Ce lo racconta lo stesso Persano, che pubblica le lettere che spediva a Cavour (si tratta di segreti di Stato!) per raccontargli come andava la preparazione dell’invasione antiborbonica.
C’era un disegno generale per prendere Roma?
Sia gli interventi dei Pontefici che gli scritti della massoneria dicono chiaramente che la scomparsa dello Stato pontificio era il principale obiettivo che le potenze protestanti e massoniche si ripromettevano unificando l’Italia. Perché i massoni erano convinti che, se fossero riusciti a distruggere il potere temporale, anche il potere spirituale del Papa sarebbe crollato. Per propagandare in tutto il mondo il loro attacco alla Chiesa spacciato per “Risorgimento”, i Savoia e i massoni si sono serviti di una propaganda capillare e della falsificazione sistematica dei dati storici. Hanno definito se stessi come campioni della morale e hanno fatto consistere la morale nella realizzazione di una monarchia costituzionale e di un stato liberale. Se non che il primo articolo dello Statuto albertino definiva la chiesa cattolica “unica religione di stato”. Ebbene, non appena il regno di Sardegna diventa liberale, i governanti cominciano a sopprimere uno dopo l’altro tutti gli ordini religiosi della chiesa di stato. In nome della “libera chiesa in libero stato” i Savoia cacciano dalle proprie case tutti i membri degli ordini religiosi: 57.943 persone. In nome della libertà tanti preti sono uccisi o sbattuti in prigione perché si rifiutano di dare i sacramenti ai liberali che il papa, ovviamente, ha scomunicato. Il risorgimento italiano è molto simile nelle sue decisioni e nelle sue dinamiche alle rivoluzioni protestanti del secolo XVI. I Protestanti però, mossi dall’odio per la chiesa romana, hanno pubblicamente dichiarato guerra a Roma. I liberali italiani invece hanno fatto una guerra spietata contro la chiesa cattolica in nome della chiesa cattolica.Avendo fatto consistere la moralità nel rispetto della costituzione non potevano dichiarare apertamente il loro odio per Roma e il papa.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Cosa è successo poi?
E’ successo che un’enorme quantità di ricchezza è passata di mano: migliaia di palazzi meravigliosi, di chiese, di oggetti d’arte, di archivi, di biblioteche, di terreni, tutte le proprietà che erano state regalate alla chiesa nel corso dei secoli, sono state acquistate per due lire dall’élite liberale, circa l’1% della popolazione. Con la conseguenza che per la prima volta nella sua storia l’Italia, invece di risorgere, si è trasformata in una colonia di poveri costretti in massa all’emigrazione. Il papa che assiste impotente a questa svendita della ricchezza e della dignità nazionale, Pio IX, dal 1846 profetizza ai liberali cosa sarebbe successo: alla rapina dei beni della chiesa fatta in nome della libetà e della costituzione sarebbe seguita la rapina dei beni dei borghesi in nome del comunismo.
Ma quale era il ruolo dello Stato Pontificio?
Lo Stato Pontificio era il punto di riferimento dei cattolici di tutto il mondo. Sia Pio IX che Leone XIII hanno insistito sull’importanza del potere temporale del pontefice. Il potere temporale era funzionale a garantire la libertas ecclesiae, la libertà del potere spirituale. Pio IX lo scrive in molti documenti: i cattolici di tutto il mondo non avrebbero mai potuto essere certi dell’effettiva indipendenza del Papa, e quindi anche dell’effettiva indipendenza del suo Magistero, se non avessero avuto la sicurezza che il Papa fosse libero dalla pressione dei principi regnanti. Nel 1870, in questo contesto drammatico in cui l’attacco alla chiesa è arrivato a Roma, Pio IX proclama il dogma dell’infallibilità.
Perché questa decisione di proclamare l’infallibilità?
La Chiesa da sempre sa che Pietro è Pietro, e sempre nel corso dei secoli questo è stato rispettato. Negli Atti degli Apostoli, quando Pietro e Giovanni -ovvero l’apostolo che aveva tradito e l’unico apostolo che era rimasto sotto la croce e che Gesù amava- parlano al popolo, è sempre Pietro a prendere la parola. Tutti riconoscevano il primato di Pietro. Allora perché Pio IX proclama un dogma che tutti da sempre rispettavano? Lo fa perché è un profeta.