Bucarest , giovedì, 18. maggio, 2023 18:00 (ACI Stampa).
Ci sarà da riflettere, e molto, sull’impatto che l’intelligenza artificiale avrà sulle nostre vite. E lo dovrà fare prima di tutto la Chiesa, chiamata però allo stesso tempo a cominciare ad evangelizzare quei luoghi “virtuali” che sono le chatbot, perché in un mondo in cui il virtuale è reale, molto dipende ormai dalla riposta che viene data in quei nuovi luoghi di interazione. Ne è convinto il Cardinale Wilhelm Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht, che ha cominciato a riflettere sulla questione. Un tema venuto fuori anche nel dibattito sull’insegnamento della morale sessuale e matrimoniale della Chiesa suscitato da una relazione del Cardinale all’ultimo incontro dei responsabili famiglia e vita delle Conferenze Episcopali di Europa, che si è tenuto a Bucarest dal 6 al 10 maggio.
Quale è l’impatto che l’intelligenza artificiale può avere sulle nostre vite?
È difficile avere una visione di insieme di tutto ciò che l’intelligenza artificiale può fare per noi, perché è un campo ancora poco conosciuto. Penso però che le tecnologie di intelligenza artificiale, come le chat bot abbiano anche la possibilità di dire qualcosa sulle questioni religiose. Per esempio, durante una predicazione, avevo fatto un esempio che avevo letto in un libro e che riferivo a Tommaso d’Aquino. Un diacono della nostra arcidiocesi, professore di dogmatica alla nostra facoltà di Teologia ad Utrecht, non ricordava di aver mai sentito questo racconto su Tommaso d’Aquino. Allora un giovane prete ha chiesto a una chat bot, e questa ha risposto che l’esempio era di Sant’Alberto Magno, e non di San Tommaso d’Aquino. Quale è dunque la verità? La risposta della chat bot è il frutto di un calcolo della intelligenza artificiale. Questo però implica anche che, se aggiungiamo alle chat bot molta informazione sul piano religioso, possiamo avere una influenza nelle risposte. Per questo, dobbiamo tentare di essere presenti nel campo delle intelligenze artificiali.
È un compito di evangelizzazione, prima di tutto?
La Chiesa è sempre prudente quando affronta un nuovo campo. Ma se aspetteremo troppo a lungo, altri avranno inserito altre informazioni, e questo andrà a determinare le risposte. Per questo, non dobbiamo aspettare a lungo di essere attivi in questo campo. Non conosciamo le conseguenze dell’uso diffuso dei software di chat bots, ma possiamo già prevedere un certo scenario. Adesso si dice che questi software fanno degli sbagli, ma come saranno tra 10, 20, o anche 5 anni? Ci saranno altri tipi di intelligenza artificiale, calcolatori molto più forti, in grado di dare risposte molto più precise. È adesso che possiamo influire sulle risposte.