Roma , lunedì, 14. dicembre, 2015 10:00 (ACI Stampa).
E’ stata una inaugurazione speciale quella della Casa di Accoglienza "Don Orione" della Parrocchia di Ognissanti all'Appio Latino, perchè ospite d’onore è stato monsignor Konrad Krajewski, Elemosiniere di Papa Francesco. Il centro ha riaperto per l'inverno con l'accoglienza delle persone costrette a vivere in strada e che non hanno un posto per mangiare e per ripararsi dal freddo.
La casa, gestita dal Movimento Orionino Volontari, offre gratuitamente a chi ne ha bisogno un centro di ascolto, la distribuzione di pasti caldi, 20 posti letto e la possibilità di curare l'igiene personale.
Dopo aver visitato la struttura, l’arcivescovo Krajewski ha celebrato la Messa, poi ha incontrato i volontari che svolgono servizio nelle varie attività caritative della parrocchia e infine si è fermato a cena con gli stessi volontari e con i primi ospiti della casa.
Don Flavio Peloso superiore generale dell'Opera don Orione, e don Francesco Mazzitelli parroco di Ognissanti hanno fatto gli onori di casa. Don Flavio si è detto particolarmente grato della vista dell'elemosiniere del Santo Padre: “ abbiamo avviato con lui dal mese di aprile una collaborazione per la gestione delle docce e della barberie di piazza San Pietro per i senzatetto. E'bello che tra i volontari che servono in questa iniziativa della carità del Papa ci siano anche quelli della Parrocchia orionina di Ognissanti, al giovedì, e i Chierici del nostro Teologico, per tutto il sabato. Questa iniziativa del Papa è un grande esempio per tutti noi. Accanto alle grandi istituzioni di promozione umana qualificata, sempre deve esserci anche un servizio di pronto soccorso, come volle il nostro fondatore Don Orione”.
Per don Francesco questa visita è stata particolarmente significativa questa visita perché è avvenuta il giorno seguente dell'inizio dell'Anno Santo della Misericordia. Monsignor Krajewski ha ripetuto più volte che 'chi tocca il povero tocca la carne di Cristo' e anche che 'i poveri non si servono con guanti e mascherine alla bocca', quasi fossero dei malati, ma in semplicità e fraternità”.