Città del Vaticano , sabato, 13. maggio, 2023 10:40 (ACI Stampa).
Quello che Papa Francesco descrive è un mondo in sofferenza, colpito da crisi continue, forse incapace di reagire e questo nonostante i grandi progressi tecnici e tecnologici che si sono succeduti negli anni. Ma il Papa, allo stesso tempo, è fiducioso che la famiglia umana sarà in grado di superare le sfide del tempo. E, allo stesso tempo, tratteggia la figura dell’ambasciatore come “figura di speranza” in questi tempi difficili.
Mattinata di lettere credenziali, per Papa Francesco. Le riceve da un gruppo di ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ma non residenti a Roma, e cioè oggi quelli di Islanda, Bangladesh, Siria, Gambia e Kazakhstan. Come di consueto, in questi casi la consegna delle credenziali avviene in gruppo, e non attraverso colloquio singolo, e in questo caso il Papa tiene anche un breve discorso.
Il Papa non può mancare di ricordare il popolo siriano che si riprende dal terremoto ma si trova anche “tra le continue sofferenze causate dal conflitto armato”.
Papa Francesco, nel discorso, tratteggia una sorta di “geopolitica della sofferenza”, dai luoghi che vivono in conflitto come Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Libano e Gerusalemme, alla crisi di Haiti, alla guerra in Ucraina che “ha portato sofferenza e morte indicibili”, fino all’aumento del flusso delle migrazioni forzate, gli effetti del cambiamento climatico e la quantità di persone che vivono ancora in povertà, cosa che fa esclamare al Papa che c’è “un crescente squilibrio nel sistema economico globale”.
Si chiede Papa Francesco: “Quando impareremo dalla storia che le vie della violenza, dell’oppressione e dell’ambizione sfrenata di conquistare terre non giovano al bene comune? Quando impareremo che investire nel benessere delle persone è sempre meglio che spendere risorse nella costruzione di armi letali?”