Roma , domenica, 13. dicembre, 2015 10:06 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma. Dopo aver varcato la Porta, Francesco si è diretto alla Cattedra dove ha preso inizio la Messa della III Domenica di Avvento.
“Questa terza domenica di Avvento – ha esordito il Pontefice – attira il nostro sguardo verso il Natale ormai vicino. Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che feriscono questa nostra umanità. La venuta del Signore, però, deve riempire il nostro cuore di gioia”.
“Abbiamo aperto la Porta Santa, qui e in tutte le cattedrali del mondo. Anche questo semplice segno – ha spiegato il Pontefice nell’omelia – è un invito alla gioia. Inizia il tempo del grande perdono. E’ il Giubileo della Misericordia. E’ il momento per riscoprire la presenza di Dio e la sua tenerezza di padre. Dio non ama la rigidità, è un Padre tenero”.
Come dobbiamo vivere questo tempo, si domanda il Papa… Dobbiamo “agire con giustizia” e “guardare alle necessità di quanti sono nel bisogno. A noi, invece, viene chiesto un impegno più radicale. Davanti alla Porta Santa che siamo chiamati a varcare, ci viene chiesto di essere strumenti di misericordia, consapevoli che saremo giudicati su questo. Chi è stato battezzato sa di avere un impegno più grande. La fede in Cristo provoca ad un cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre. La gioia di attraversare la Porta della Misericordia si accompagna all’impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini. E’ di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni”.
“Preghiamo per noi e per tutti coloro che attraverseranno la Porta della Misericordia –ha concluso Papa Bergoglio – perché possiamo comprendere e accogliere l’infinito amore del nostro Padre celeste, che trasforma e riforma la vita”.