Città del Vaticano , giovedì, 11. maggio, 2023 15:00 (ACI Stampa).
In un testo per i membri di Caritas Internationalis riuniti nella plenaria, Papa Francesco chiede loro di ripartire da Cristo e dalla diaconia, e dà loro il mandato di cooperare e accompagnare, ma soprattutto il mandato della “unità”. Una unità da ricomporre, in fondo, dopo il commissariamento di Caritas Internationalis voluto da Papa Francesco lo scorso 22 novembre, che ha decapitato i vertici della Confederazione. Il discorso viene consegnato dal Papa, e dunque si presume ci sia stato un dialogo o un indirizzo a braccio, del quale non è stata ancora fatta comunicazione.
In questi giorni di assemblea plenaria, i membri delle oltre 160 charities nel mondo che partecipano a Caritas Internationalis sono chiamati ad eleggere un nuovo presidente, un nuovo segretario generale e un nuovo tesoriere. E sono chiamati anche a superare le tensioni che si sono create nelle scorse elezioni, con un cambio generazionale che è diventato difficile e che ha portato prima ad una ispezione esterna chiesta dallo stesso segretario generale uscente, e poi alla decisione del Papa di resettare tutto, nonostante non ci siano stati né appropriazione indebita di fondi, né abusi.
Il discorso del Papa, insomma, arriva in un momento difficile della storia di Caritas Internationalis. E non è un caso che Papa Francesco decida, nel testo consegnato, di guardare di nuovo alle origini, a Pio XII, che dopo la Seconda Guerra Mondiale “si pronunciò a favore dell’istituzione di un organismo che sostenesse, coordinasse e incrementasse la collaborazione tra le già numerose organizzazioni caritative attraverso cui la Chiesa universale annunciava e testimoniava, con gesti e parole, l’amore di Dio e la predilezione di Cristo per i poveri, gli ultimi, gli scartati”.
E poi guarda a come Giovanni Paolo II evidenziò “lo stretto vincolo che, sin dagli inizi, congiunse Caritas Internationalis ai Pastori della Chiesa e, in particolare, al Successore di Pietro che presiede all’universale carità”, definisce l’importanza dell’Eucarestia per comprendere il lavoro di Caritas Internationalis, e sottolinea che “è importante ritornare alla fonte, l’amore di Dio per noi, perché l’identità di Caritas Internationalis dipende direttamente dalla missione che ha ricevuto”.
Insomma, ciò che distingue la confederazione dalle altre agenzie che operano nel sociale “è la sua vocazione ecclesiale e, all’interno della Chiesa, ciò che ne specifica il servizio rispetto alle tante istituzioni e associazioni ecclesiali dedite alla carità è il compito di coadiuvare e agevolare i Vescovi nell’esercizio della carità pastorale, in comunione con la Sede Apostolica e in sintonia con il Magistero della Chiesa”.