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Parolin, Matteo Ricci è stato l'unico straniero che ha aiutato i cinesi a capire se stessi

Il Segretario di Stato Vaticano ha benedette due statue di p. Matteo Ricci e Paolo Xu Guangqi giunte dalla Cina, grazie alla generosità dei cattolici di Pechino e di Shangai

Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata |  | Emmetv-MacheMedia
Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata | Emmetv-MacheMedia
Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata |  | Emmetv-MacheMedia
Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata | Emmetv-MacheMedia
Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata |  | Emmetv-MacheMedia
Le due statue nella facciata della Cattedrale a Macerata | Emmetv-MacheMedia

Martedì 9 maggio a Macerata sono state inaugurate e benedette due statue di p. Matteo Ricci (gesuita nato a Macerata e ‘missionario in Cina) e Paolo Xu Guangqi, poste sulla facciata della cattedrale di san Giovanni, giunte dalla Cina, grazie alla generosità dei cattolici di Pechino e di Shangai, alla presenza del segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin, accolto dal vescovo, mons. Nazzareno Marconi, dal sindaco e presidente della provincia, Sandro Parcaroli, e dal presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, insieme alle alte cariche civili e militari del territorio.

Un’offerta importante nel segno dell’amicizia e nel nome del gesuita maceratese e del suo prediletto amico ed allievo, che ha vissuto un momento importante con il saluto delle Istituzioni e la santa messa celebrata dal card. Parolin, che nell’omelia ha sottolineato che essi sono stati “una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore della massa, perché vissero in comunione con Dio. Ora tocca a noi”.

Citando l’enciclica ‘Pacem  in Terris’ di san Giovanni XXIII, il segretario di Stato vaticano ha ricordato che “la pace vera è quella che viene da Dio”, e consiste nell’ “essere una sola cosa con Lui e saper perdonare tutti, anche i nemici… In un momento fatale per la pace nel mondo, difficile come quello che stiamo vivendo da più di un anno è importante rendere omaggio alle figure del venerabile gesuita maceratese e del suo più grande amico cinese”.

Ed ha proseguito, evidenziando il valore dell’amicizia: “I due, pur appartenendo a culture distanti e diversissime, si incontrarono nell’amicizia e generarono amicizia sociale, non fingendo di essere uguali ma avvicinandosi nella vicendevole stima ed affrontarono insieme una sfida anche oggi attuale, nel profondo rispetto della grandezza culturale della Cina, di condividere con il popolo cinese l’inestimabile dono del Vangelo, offerto come via di sapienza dal Signore a tutti gli uomini desiderosi di salvezza”.

Infine ha sottolineato la ‘grande opera’ di p. Matteo Ricci, che è stato ‘unico straniero che ha aiutato i cinesi a capire se stessi’, capace di favorire il dialogo con l’Oriente anche attraverso uno speciale mappamondo: “Uno stratagemma che permise di dare pare dignità geografica alla Cina e all’Europa, spostando la prima al centro e ridimensionando la seconda della stessa grandezza. Paolo Xu, mandarino dell’Impero di altissimo livello, ne rimase entusiasta da grande patriota qual era, come allo stesso tempo fu un cattolico convinto”.

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Nel saluto iniziale al segretario di Stato vaticano mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, ha ricordato, appena eletto vescovo, l’incontro con il card. Parolin: “Quando la incontrai per la prima volta circa nove anni fa, presentandomi come neo vescovo di Macerata, lei mi accolse con la sua squisita amabilità, facendomi subito presente che il legame tra questa città e la Chiesa cinese per il tramite di p. Matteo Ricci era un fatto significativo e come vescovo avrebbe toccato anche la mia missione pastorale. La fede e la bellezza sono le due ali cui il legame tra la Chiesa di Macerata e quella cinese, in particolare le comunità di Pechino e Shangai, camminano e cammineranno insieme speriamo per tanto tempo, siamo grati a questi fratelli che pur tanto lontani nello spazio hanno voluto essere vicini nell’affetto”.

In Cattedrale è stato organizzato anche un video-collegamento da Shanghai con la prof. Rachel Zhu Xiaohong, docente di Studi religiosi all’università di Shanghai, che non solo si è impegnata per la raccolta dei fondi per realizzare la statua di Xu, ma ha attivamente collaborato anche con alcuni studiosi e discendenti di Xu Guangqi che vivono a Shanghai, compiendo scrupolose indagini storiche sugli abiti, il cappello, e gli ornamenti del grande ministro Xu dell’impero Ming. Infatti questa di Macerata è la prima statua intera e da solo di Xu Guangqi, in quanto in Cina ad oggi esistono solo busti o gruppi scultorei in compagnia con più personaggi.

Nel messaggio la professoressa ha ricordato l’ ‘amore affettuoso e speciale’ dei cinesi per il venerabile Matteo Ricci, che ha definito così Paolo Xu Guangqi: ‘Il mio amico non è che la metà di me stesso’: “Ricci e Paolo Xu sono testimoni di come una vera amicizia produca frutti abbandonati, capaci non solo di diffondere il Vangelo ma anche la cultura e la scienza ai cinesi. Oggi questo scambio continua sotto la forma di sculture artistiche… Nel 1933 e nel 2010 abbiamo tentato di avviare il processo di beatificazione di Xu Guangqi, ma per diversi motivi senza successo. Speriamo allora che i due amici possano essere beatificati e canonizzati insieme”.

Al termine della celebrazione eucaristica sono state benedette le statue con un auspicio del segretario dello Stato vaticano: “Speriamo che attraverso il patrocinio di Padre Matteo Ricci, capace di entrare nel cuore dei cinesi, i tanti desideri di papa Francesco nei confronti della Cina trovino pieno compimento”.

Nel giorno precedente si erano svolti due importanti eventi religioso culturali: il convegno ‘La Via Lauretana e la rinascita dei territori sismici’ e la conferenza religiosa ‘Padre Matteo Ricci, pellegrino lauretano nel mondo’, promossi dal comune di Macerata e dalla Fondazione ‘Vaticano II’, con una stimolante relazione di p. Federico Lombardi, vice postulatore della causa di beatificazione di p. Matteo Ricci e già direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha descritto il valore del ‘pellegrinaggio come incontro’ nella vita, nelle amicizie, nella fede e nelle opere di p. Matteo Ricci:

“La figura di Matteo Ricci occupa un posto di grande rilievo nella storia della cultura umana, come uno dei maggiori protagonisti dell’incontro fra culture diverse. Insieme a Marco Polo è uno dei due soli personaggi non cinesi ammessi nella grande rappresentazione della storia della Cina nel Monumento del Millennio a Pechino. Fu il primo non cinese a ricevere l’onore della sepoltura nella capitale stessa, in terreno appositamente assegnato per decreto imperiale”.

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Mentre p. Gianni Criveller, già presidente della commissione storica ‘Padre Matteo Ricci’ e membro della commissione storica ‘Paolo Xu Guangqi’, ha presentato documenti importanti riferiti alla vita del gesuita maceratese e del suo discepolo: “Ricci non fu solo, o forse neanche principalmente, un missionario-scienziato e uomo di cultura; fu un uomo di Dio che credeva nel potere della grazia, della provvidenza, della parola, dei segni e delle immagini sacre.

Nelle sue lettere descrisse episodi di miracoli, meraviglie ed esempi edificanti tra i suoi convertiti, che vengono quasi sempre omessi nelle ricostruzioni dell’opera missionaria di Ricci. Stando alle lettere e resoconti di Ricci e dei missionari suoi contemporanei, le conversioni erano dovute in gran parte alla potenza di eventi prodigiosi o alla vita edificante di cristiani estremamente devoti”.