Città del Vaticano , domenica, 13. dicembre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
“Ora il mestiere di vaticanista come lo facevo io non esiste più”. Lo diceva con una vena di tristezza Benny Lai, per anni decano dei vaticanisti, che ci ha lasciato il 12 dicembre di due ani fa. Il mestiere ai tempi di Lai, Silvio Negro, Arcangelo Paglialunga, Guido Bartoloni, era soprattutto un lavoro di osservazione e di ricerca di fatti.
Ma, per chi aveva una buona penna, era anche un modo di raccontare un mondo che sembrava tanto lontano e che in effetti viveva la vita di un paese, con piccole gioie, miserie, amenità e diplomazie.
Gente vaticana insomma.
Ad esempio che fare se un cane bastardo minaccia la passeggiata del Papa o un gruppo di gatti urlanti il sonno delle monache? E come gestire la propria "coscienza" politica dopo il colloquio con un alto prelato? Come sopravvivere ad un dramma familiare o tornare in convento dopo anni in missione? Ecco sono solo alcune queste delle domande che accompagnano chi legge i "Racconti vaticani" di Benny Lai, uno dei suoi ultimi libri.
Un genere difficile quello del racconto, della novella che riusciva bene a Pirandello o a Moravia e che oggi gli scrittori rifuggono. Bisogna avere un fatto da raccontare e saperlo rendere intrigante come un giallo. Il decano dei vaticanisti ci riusciva perfettamente. Certo di fatti da raccontare ne aveva tanti nel cassetto. Basta rileggere i suoi Diari Vaticani e le sue cronache. Ma in questo piacevolissimo libretto che raccoglie sette racconti, c'è di più. C'è una vera indagine dell' animo umano, o meglio, dell' animo vaticano. Anche la scelta dell' editore non è da poco. Fede & Cultura è una casa editrice un po' speciale, dedicata molto alla liturgia e alla storia della Chiesa, ai paphlet polemici come ai saggi dotti e ai romanzi. Una editrice "di Chiesa" direbbero alcuni, che in pochi anni ha messo insieme un catalogo adatto a chi ha voglia di leggere "altro".