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Il Papa a Budapest incontra il mondo universitario e della cultura

Incontro con il mondo universitario e della cultura

Papa a Budapest , incontro con il mondo universitario |  | Vatican Media / ACI Group Papa a Budapest , incontro con il mondo universitario | | Vatican Media / ACI Group

Francesco chiude questi tre giorni a Budapest incontrando il mondo universitario e della cultura presso la Facoltà di Informatica e Scienze Bioniche.

La Facoltà di Informatica e Bionica dell’Università Cattolica Péter Pázmány è una facoltà unica in Ungheria e persino in Europa, in quanto combina lo studio dell’ingegneria elettronica e informatica con la biologia molecolare e neurale e la medicina.

L'Università Cattolica Pázmány Péter è un'università riconosciuta dallo stato ungherese. Fondata nel 1635,quest'università è tra le più antiche e prestigiose istituzioni del paese. Circa 10.000 studenti frequentano programmi diversi di laurea triennale, magistrale e corsi di dottorato.

Le scienze della vita, soprattutto le neuroscienze, svolgono un ruolo significativo nello sviluppo di nuove direzioni di ricerca nell’informatica, di cui i professori della Facoltà sono specialisti riconosciuti a livello internazionale. Quest’anno, la Facoltà celebra il suo 25.mo anniversario.

Il Papa viene accolto all’ingresso dal Rettore Magnifico Mons. Prof. Géza Kuminetz e dal Decano della facoltà e insieme raggiungono il podio. Ci sono due testimonianze, quella di un professore e quella di uno studente.

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Nel suo sesto e ultimo discorso il Papa ricorda l'importanza della cultura. "La cultura, in un certo senso, è come un grande fiume: percorre varie regioni della vita e della storia mettendole in relazione, permette di navigare nel mondo e di abbracciare Paesi e terre lontane, disseta la mente, irriga l’anima, fa crescere la società. La stessa parola cultura deriva dal verbo coltivare: il sapere comporta una semina quotidiana che, immergendosi nei solchi della realtà, porta frutto", dice il Papa a professori e universitari.

"La vita può rimanere vivente? È una questione che, specialmente in questo luogo, dove si approfondiscono l’informatica e le “scienze bioniche”, è bene porsi".

Il Papa cita Romano Guardini, grande intellettuale e uomo di fede. "Quanto intravisto da Guardini appare evidente ai nostri giorni: pensiamo alla crisi ecologica, con la natura che sta semplicemente reagendo all’uso strumentale che ne abbiamo fatto. Pensiamo alla mancanza di limiti, alla logica del “si può fare dunque è lecito”. Pensiamo anche alla volontà di mettere al centro di tutto non la persona e le sue relazioni, ma l’individuo centrato sui propri bisogni, avido di guadagnare e vorace di afferrare la realtà. Quanti individui isolati, molto “social” e poco sociali, ricorrono, come in un circolo vizioso, alle consolazioni della tecnica come a riempitivi del vuoto che avvertono, correndo in modo ancora più frenetico mentre, succubi di un capitalismo selvaggio, sentono come più dolorose le proprie debolezze, in una società dove la velocità esteriore va di pari passo con la fragilità interiore", commenta il Pontefice.

Per il Papa "l’università è infatti, come indica il nome stesso, il luogo dove il pensiero nasce, cresce e matura aperto e sinfonico".

"I grandi intellettuali, infatti, sono umili. Il mistero della vita, d’altronde, si svela a chi sa entrare nelle piccole cose. La cultura davvero rappresenta la salvaguardia dell’umano. Chi ama la cultura, infatti, non si sente mai arrivato e a posto, ma porta in sé una sana inquietudine. Ricerca, interroga, rischia ed esplora. È aprendosi agli altri che si conosce meglio sé stessi", conclude il Papa.

Francesco è pronto per la cerimonia di congedo dall'Ungheria e per tornare in Vaticano.

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