Budapest , sabato, 29. aprile, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Forse ci sarà anche lui, nell’incontro con i giovani che il Papa terrà questo pomeriggio alla Laszlo Papp Arena di Budapest. Di certo, il viaggio del vescovo Oliver Doeme in Ungheria era stato pianificato in anticipo, e la presenza del Papa è solo una fortunata circostanza. C’è la speranza che lui possa però portare al Papa la storia della visione che ebbe nel 2014, e che è stata cruciale secondo lui. Perché da due anni, la furia islamista non si è abbattuta con forza sulla diocesi di Maiduguri, dopo che in dieci anni gli attacchi continui alle chiese, i rapimenti, le sparatorie avevano portato allo sfollamento di 100 mila cattolici e alla uccisione di almeno un migliaio di loro.
Ma quale era questa visione? “Era il 2014 – racconta il vescovo Doeme – e c’era l’Eucarestia esposta per 24 ore nella cappella della mia casa. Io ci andavo frequentemente per le mie preghiere personali. Così, in quell’ottobre, sono entrato la sera nella cappella per pregare il Rosario. Improvvisamente, Gesù mi è apparso sul lato destro del giardino, proprio come il buon pastore che si trovava appeso nella cappella. E io ho chiesto: ‘Signore cosa è questo?’ Teneva in mano una spada molto lunga nelle mani. Ha cominciato a muoversi verso di me da lì mentre io ero inginocchiato con il mio rosario. Il mio rosario cadde. Gesù mi passò la spada che si trasformò in un rosario. E disse: Boko Haram è andato. Era il 2014. Ora è quasi il 2024. Quella profezia è una lunga predica. Si è realizzata”.
Il vescovo non aveva parlato della visione fino ad un evento di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Madrid nel 2022. “Le preghiere – racconta oggi – sono l’arma più forte”.
È la terza volta che il vescovo Doeme è in Ungheria. Attraverso il programma Hungary Helps, l’Ungheria ha inviato circa 1 milione di dollari.
La collaborazione con l’Ungheria nasce nel 2017, quando, nel mezzo della crisi, viene invitato a parlare dei bisogni della sua diocesi. “Mi sono incontrato con il Primo Ministro – racconta – e abbiamo concordato di lanciare progetti di cui tutti, e non solo i cattolici, potessero beneficiare. Così, abbiamo finanziato ospedali e scuole, con un sistema di controllo che vede come vanno i lavori. Posso dire che il supporto venuto dall’Ungheria è stata una grande fonte di aiuto per noi”.