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P. Cantalamessa: "La santità è un onore ed un privilegio"

Padre Raniero Cantalamessa |  | Bohumil Petrik/CNA Padre Raniero Cantalamessa | | Bohumil Petrik/CNA

Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, ha tenuto stamane alla presenza del Papa la seconda predica di Avvento. Il religioso – secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana – ha affrontato il tema della santità.

“Se tutti sono chiamati alla santità – ha spiegato – è perché, intesa rettamente, essa è alla portata di tutti, fa parte della normalità della vita cristiana. I santi sono un po’ come i fiori: non ci sono solo quelli che vengono messi sull’altare. Quanti di essi sbocciano e muoiono nascosti, dopo aver profumato silenziosamente l’aria intorno a loro! Quanti di questi fiori nascosti nascono e sbocciano continuamente nella Chiesa!”.

La santità – ha aggiunto – risiede “nel cuore: non si decide fuori dell’uomo, ma dentro l’uomo. I mediatori della santità di Dio non sono più luoghi – come  il tempio di Gerusalemme o il monte Carizim per i samaritani - ma è una persona, Gesù Cristo”.

Si diventa Santi – ha detto ancora Padre Cantalamessa – “per appropriazione e per imitazione: noi apparteniamo a Cristo più che a noi stessi e la santità di Cristo ci appartiene più che la nostra stessa santità”. Imitazione perché Cristo è “un modello da imitare nella vita”.

In definitiva “la santità non è un lusso, non una imposizione, un onere, è un privilegio, è un dono, è un onore sommo. E’ come ereditare la dignità del proprio casato, del proprio padre: è un obbligo, sì, ma che deriva dalla nobiltà di essere figli di Dio. Non è tanto natura, è  vocazione. Se dunque noi siamo chiamati ad essere santi, se la nostra vocazione è questa, allora saremo persone vere, riuscite, nella misura in cui saremo santi. Diversamente, siamo dei falliti. Il contrario di santo non è peccatore, ma fallito”.

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