Tbilisi , giovedì, 27. aprile, 2023 12:30 (ACI Stampa).
“...Et udito Cadì questo, mandò incontenente degli offiziali per loro; gli quali furono così raccolti dinanzi da lui; cioè, fue Frate Thomaso da Tolentino de la Marcha, Frate Iacopo da Padova, Frate Demedre (dalla Georgia), el quale era laico et sapea quelle lingue, et Frate Pietro da Siena. Et rimase Frate Pietro da Siena a casa per guardare le cose, et gli altri a quello Cadì andorono. Et essendo dinanzi da Cadì, quegli con loro cominciò di disputare de la fé nostra: et disputando così quegli non fedeli con gli nostri fedeli, dicevano che Cristo era solamente uomo et non Dio: et dicendo questo, quello Frate Thomaso provava per vere ragioni et argomenti, Christo esser vero Dio et huomo; et intanto avea confusi quelli Saracini, che non sapeano et non poteano dire lo contrario… Frate Diomedre fue fedito fortissimamente nella mamella, et poscia gli fue tagliato el capo. Et così per questo martirio diedono l’anime loro a Dio. Et incontenente l’aria così lucida e chiara si fece, che tutti gli huomini se ne maravigliavano fortemente... Et similmente la luna mostrò grande chiaritade e splendore; et dopo queste cose tanti et sì grandi tuoni et saete, folgore et oscuramento d'aria venne, che quasi ogni huomo credea finalmente morire”.
Il martirio dei quattro francescani, raccontato dal beato Odorico da Pordenone, è riportato nel libro ‘Tommaso da Tolentino’, scritto da Paolo Cicconofri, Carlo Vurachi e Franco Casadidio, che narra la storia di questi missionari francescani, che volevano raggiungere la Cina, partendo dalla Georgia, la cui storia cristiana è millenaria, ma è particolarmente interessante quella che riguarda Demetre di Tiflis, di cui recentemente si è aperto il processo di beatificazione.
Infatti nel 1320, Demetrio di Tiflis lasciò Hormuz con i francescani Pietro da Siena, Giacomo da Padova e Tommaso da Tolentino ed il domenicano Giordano da Severac. Demetrio di Tiflis era esperto di lingue e serviva come interprete del gruppo. Una tempesta ha costretto il gruppo a sbarcare a Thane sull’isola di Salsette Island, vicino a Mumbai in India. Tommaso, Giacomo e Demetrio erano andati a corte, mentre Pietro era rimasto a badare ai loro bagagli. Convocati davanti al cadì di Thane, i francescani illustrarono la dottrina cristiana e attaccarono quella islamica: Tommaso e i suoi compagni vennero, per questo, assassinati da alcuni sicari.
Per conoscere meglio questa storia missionaria abbiamo chiesto a mons. Giuseppe Pasotto, vescovo di Tblisi e amministratore apostolico per il Caucaso dei cattolici di rito latino, di spiegarci il motivo, per cui Demetre da Tiflis partecipò alla missione insieme Tommaso da Tolentino, Giacomo da Padova e Pietro da Siena: “Non abbiamo molte notizie in merito; sappiamo, come si trova scritto nelle testimonianze storiche, che vi partecipò come traduttore in quanto conoscitore di lingue orientali. Strano notare, però, che nella cronaca della missione e del martirio di questi quattro francescani, fatta subito dopo gli avvenimenti da fra Odorico da Pordenone, fra Demetre non svolga mai il compito di traduttore, come ad indicare, penso, una presenza non legata tanto a questo compito ma alla comunanza della missione per cui erano stati scelti e inviati dal proprio Ordine. Interessante notare che la Georgia in quel secolo era stata scelta dalla chiesa di Roma come centro per l’evangelizzazione delle terre del lontano Oriente; la Georgia era la via della seta non solo per i commerci, ma anche e soprattutto per la diffusione del Vangelo”.
Chi era Demetre da Tiflis?