Città del Vaticano , martedì, 25. aprile, 2023 18:00 (ACI Stampa).
Nel biennio 2014-2015 il Cardinale ungherese Peter Erdo ha ricoperto il delicato incarico di Relatore Generale in occasione del Sinodo dei Vescovi dedicato al tema della famiglia. Il 5 ottobre 2015 il porporato ungherese fu incaricato di tenere la relazione introduttiva alla presenza del Papa e dei Padri Sinodali.
Erdo sottolineò i rischi relativi a quello che chiamò un riduzionismo antropologico: “la persona alla ricerca della propria libertà, cerca infatti spesso di essere indipendente da ogni legame, a volte anche dalla religione, che costituisce un legame con Dio, dai legami sociali, specialmente da quelli che sono connessi con le forme istituzionali della vita. Da questo quadro di un’alienazione notevole, si spiega la fuga istintiva di molta gente dalle forme istituzionali. Così sembra che si possa spiegare la crescita del numero delle coppie che vivono insieme stabilmente, ma non vogliono contrarre nessun tipo di matrimonio né religioso né civile. Matrimonio e famiglia non sono per individui isolati, ma trasmettono dei valori, offrono una possibilità di sviluppo alla persona umana, che non risulta sostituibile”.
Secondo il Cardinale “oltre la fuga dalle istituzioni si riscontra anche la crescente instabilità istituzionale che si manifesta anche nell’alta percentuale dei divorzi. L’innalzamento dell’età in cui ci si sposa, ossia la paura dei giovani di assumersi delle responsabilità e degli impegni definitivi, come il matrimonio e la famiglia, s’inseriscono in questo contesto. Anzi, se l’obiettivo unico è quello di sentirsi bene sul momento, allora né il passato e né il futuro sembrano importanti, anzi appare una certa paura generale del futuro in quanto forse non ci sentiremo più così bene. Per questo sembra pericolosa anche una scelta definitiva sia professionale che familiare. Così accade che molti non sentono neanche la propria responsabilità, né per i loro simili nel presente e né per il futuro”.
Dopo questo excursus, il Cardinale Erdo propose la lettura secondo “lo sguardo di Gesù è quello della misericordia che si basa sulla verità. L’insegnamento di Gesù sul matrimonio e la famiglia parte dalla creazione. La vita dell’essere umano e dell’umanità s’inserisce in un grande progetto: quello di Dio creatore. Come in tutti gli aspetti della vita, troviamo la nostra pienezza e la nostra felicità se riusciamo ad inserirci liberamente e consapevolmente in questo grandioso progetto pieno di saggezza ed amore”.
Il matrimonio è – ricordò Erdo – indissolubile. Un principio che “non è innanzitutto da intendere come giogo imposto agli uomini bensì come un dono fatto alle persone unite in matrimonio. Gesù ha assunto una famiglia, ha dato inizio ai segni nella festa nuziale a Cana, ha annunciato il messaggio concernente il significato del matrimonio come pienezza della rivelazione che recupera il progetto originario di Dio. Ma nello stesso tempo ha messo in pratica la dottrina insegnata manifestando così il vero significato della misericordia. Ciò appare chiaramente negli incontri con la samaritana e con l’adultera in cui Gesù, con un atteggiamento di amore verso la persona peccatrice, porta al pentimento e alla conversione, condizione per il perdono”.