Città del Vaticano , sabato, 15. aprile, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Il 16 aprile del 1927 nasceva Joseph Ratzinger divenuto poi Benedetto XVI. La sua morte non ha spezzato i legami di affetto di chi ha vissuto con lui. Come l'arcivescovo Alfred Xuereb che ha recentemente pubblicato un libro- diario dei suoi giorni con Benedetto come secondo segretario e oggi nunzio in Corea del Sud e Mongolia.
Ecco la sua testimonianza offerta in occasione della presentazione del suo libro: “I miei Giorni con Benedetto XVI”.
"Vorrei raccontarvi brevemente come è nato il libro: sin dal primo giorno in cui sono approdato all’Appartamento Pontificio, pieno di emozione, Papa Benedetto mi ha dimostrato il Suo stile paterno con il quale mi faceva sentire accolto nel nuovo ruolo e presso la “famiglia pontificia”. Si mostrava interessato alla mia persona, alla cultura ed alla mia storia di provenienza. Poneva domande sui miei studi, sulla formazione in seminario, come pure sulla famiglia. Voleva farsi raccontare anche alcuni tratti delle tradizioni maltesi, ed in particolare quelle legate al tempo di Natale e di Pasqua. Ricordo che rimase particolarmente interessato quando gli ho raccontato che da noi, i ragazzi del catechismo, la notte di Natale, sfilano in processione con la statua del Bambinello intonando canti, creando un clima di giubilo. Una tradizione, questa, iniziata dal santo maltese Don Giorgio Preca, che tutt’ora suscita sentita devozione al mistero dell’Incarnazione del Verbo Divino. Gli ho anche parlato della predica del bambino, imparata a memoria e recitata nelle nostre chiese prima dell’inizio della Messa di Mezzanotte. Gli raccontavo di tantissime altre tradizioni religiose e culturali, e Lui ascoltava compiaciuto.
Da parte Sua, amava raccontare della Sua infanzia in Baviera sin da quando andava all’asilo, con l’affascinante visita di San Nicola nella loro classe; aneddoti sulla Sua famiglia, i suoi genitori con la loro semplicità, suo fratello sacerdote Georg con il quale aveva uno specialissimo legame, la sorella Maria che lo ha accudito a Roma nei primi anni del Suo servizio come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ed è scomparsa improvvisamente dopo uno stancante viaggio in Baviera al fine di onorare la tomba dei genitori in occasione della memoria di tutti i fedeli defunti. Dai Suoi racconti si percepiva il grande affetto reciproco in cui è cresciuto, e l’allegria creata con i concertini organizzati in casa dai fratelli Ratzinger ogni Natale. Parlava di buon grado anche degli anni del Suo insegnamento nelle diverse Università in Germania, e dell’inizio della sua carriera accademica quando recandosi dal sarto per farsi cucire l’abito e comprare il cappello da professore, per la sua giovane età, venne rifiutato perché scambiato per un alunno, senza alcun reclamo da parte Sua. Molti gli aneddoti riguardanti la Sua gente in Germania, di cui conservava lieti ricordi e che amava far rivivere nei momenti di intimità con noi.
Durante il pranzo condivideva volentieri alcuni particolari degli incontri avuti nella stessa mattinata durante le udienze, e si mostrava ammirato delle sfide che alcuni vescovi devono affrontare a causa di conflitti e di miseria.